Il giorno del rientro dei tre uomini di Apollo 16 a pagina uno e tredici de
  "La Stampa" di giovedì 27 aprile 1972 (dalla collezione personale di Gianluca
  Atti).
  Si conclude dopo 11 giorni la missione lunare
  "Apollo 16" questa sera a casa
  Alle 20,44 scende nel Pacifico
  Perfette le condizioni fisiche dei tre astronauti, le previsioni del
      tempo sono favorevoli - Breve allarme per una "spia" accesasi, poi il
      guasto è riparato - Tutto pronto sulla portaerei "Ticonderoga" per il
      recupero
  (Dal nostro corrispondente) New York, 26 aprile. In attesa dell'ammaraggio nel
  Pacifico alle 14,44 di domani (le 20,44 in Italia) gli astronauti dell'Apollo
  16 hanno oggi trascorso una giornata di quasi assoluto riposo. Essi hanno
  tenuto una discussione radio con i geologi del centro spaziale di Houston e
  più tardi una conferenza stampa di mezz'ora ai giornalisti. Sono apparsi tutti
  e tre di buon umore, e non troppo affaticati. Ha detto il loro medico, il
  dottor Berry:
    "Credo che siano l'equipaggio che ritorna in migliore condizioni fisiche
    dallo spazio".
  Per l'ammaraggio non si temono complicazioni. L'Apollo 16 infilerà domani
  pomeriggio un "corridoio" tra 8,8 e 6,5 gradi nell'atmosfera terrestre. Il
  modulo di servizio "rimbalzerà" nel vuoto dopo essersi staccato dalla cabina
  di comando. Quest'ultima completerà la discesa coi paracadute. Dalla località
  prescelta, nel Pacifico meridionale, la portaerei Ticonderoga,
  incaricata del recupero dell'Apollo 16, ha fornito buone notizie. La
  visibilità è perfetta, il mare è poco mosso, fa caldo.
  Questa sera c'è stato un attimo di apprensione: una spia d'allarma si è accesa
  nel sistema di guida. Si è poi rivelato un fenomeno transitorio dovuto a un
  impulso elettronico di natura ignota e tutto è tornato a posto.
  "Dopo 11 giorni" ha detto scherzando il comandante Young
  "vi assicuro che torniamo a terra volentieri. Sogno un bel bagno e un pasto
    senza aranciata" (questa bevanda, che contiene potassio e tonifica il cuore contro gli sforzi,
  è stata imposta ai tre astronauti, che ora la detestano). Mattingly, la cui
  consorte attende il primo figlio all'inizio di maggio, ha esclamato: "Spero che a Houston ci lasceranno liberi presto, desidero assistere alla
    nascita". "Faremo il possibile", gli hanno risposto.
  Young, Duke e Mattingly hanno svolto i loro ultimi compiti ieri sera.
  Mattingly ha compiuto l'ormai abituale "passeggiata" nello spazio a 320 mila
  chilometri dalla Terra. E' uscito dalla cabina di comando per prendere due
  cinecamere piazzate all'esterno. Muovendosi con abilità, si è allontanato di
  circa cinque metri dall'Apollo 16. "Come è buio - ha commentato -.
  Vedo la Luna, è uno spettacolo meraviglioso". Il comandante Young
  ha dovuto ordinargli di non allontanarsi troppo.
  Più tardi lo stesso Mattingly ha corretto leggermente la rotta dell'astronave
  per il rientro nell'atmosfera. Ha acceso il motore principale per otto
  secondi. Non vi sono stati incidenti: giovedì scorso, in orbita intorno alla
  Luna, il motore non s'era avviato, facendo temere per qualche ora il
  fallimento della missione. I tre uomini si sono coricati presto, e hanno avuto
  il sonno più lungo e ristoratore del loro viaggio. Al risveglio, Duke ha
  nascosto la chiave della scatola del burro, suscitando l'ilarità del centro
  spaziale di Houston: Young aveva fame, e non trovava il necessario per il
  breakfast. 
  La discussione e la conferenza stampa alla radio si sono limitate alle
  "pietre" e alla esplorazione della "montagna fumosa" e del cratere "Raggio del
  Nord". Gli astronauti dubitano di aver trovato i sassi vulcanici di 4 milioni
  di anni fa, risalenti cioè alla formazione della crosta lunare: i geologi sono
  invece convinti che i sassi si nascondano nel loro "bottino" di 110 chili.
  Essi attendono con ansia anche le fotografie delle galassie scattate dal
  miniosservatorio e quelle della Luna prese con una macchina cartografica.
  Young ha definito la missione una delle esperienze più eccitanti della sua
  vita, e ha espresso la speranza che essa preluda alla colonizzazione
  dell'astro e ai voli interplanetari. L'Apollo 17, che partirà il prossimo
  dicembre, è l'ultimo della serie: per parecchi anni, nessuno metterà più piede
  sulla Luna dopo di esso. McDivitt, un ex astronauta ora direttore del
  Programma Apollo, ha dichiarato che i progressi tecnologici nello spazio
  torneranno a beneficio di tutta l'umanità.
  A terra, l'attesa delle famiglie dei tre astronauti (sono tutti sposati) si fa
  trepida. Il presidente Nixon ha già preparato un telegramma di
  congratulazioni. Come al solito, l'equipaggio dell'Apollo si recherà alle
  Hawaii, e di là proseguirà per Houston in aereo. Occorreranno alcune settimane
  di studi ed esperimenti di laboratorio per sapere se la missione ha dato i
  grandi risultati sperati.   (Ennio Caretto)
  Le ultime notizie a poche dal rientro a terra di Young, Mattingly e Duke sul
  quotidiano con uscita pomeridiana "Stampa Sera" (dalla collezione personale di
  Gianluca Atti).
  Alle ore 20,44 si conclude la missione
  Stasera l'ammaraggio
  dell'Apollo nel Pacifico
  HOUSTON, giovedì sera. Gli astronauti dell'Apollo 16, John Young, Charles Duke
  e Thomas Mattingly, concludono oggi la loro missione lunare, ammarando nel
  Pacifico meridionale alle 20,44 italiane. 
  Ieri, mentre si trovavano a circa 190.000 chilometri dalla Terra, Young e
  compagni hanno tenuto la prevista conferenza stampa dallo spazio. "Cartesio
  disse: niente è così lontano da noi da essere oltre la nostra portata o così
  nascosto da non poter essere scoperto - ha detto Young - questa è veramente la
  storia della nostra missione. Siamo andati a provare questa teoria". 
  Mattingly, che era rimasto in orbita mentre Young e Duke esploravano la Luna,
  ha detto di essere riuscito a vedere il modulo e il Rover lunare. "Ho visto un
  bagliore luminoso quando il Rover si trovava sulle pendici della Montagna di
  Pietra".
  E' stato poi chiesto a Duke che cosa lo avesse maggiormente colpito. "La
  bellezza dei Monti di Cartesio -. La sensazione che si prova quando si guarda
  nello spazio. Là c'è nero e soltanto nero".  (Associated Press)


