2012/04/21

1972/04/21: L'arrivo di Young e Duke sulla Luna sul quotidiano "La Stampa"

La prima pagina de "La Stampa" di venerdì 21 aprile 1972 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

Nella notte si è temuto di dover rinunciare all'impresa

Apollo: sono discesi sulla Luna

dopo ore d'ansia per un guasto

Lo sbarco del Lem alle 3,23 di oggi; era previsto per le 21,41 di ieri - Per alcune ore i tre astronauti hanno viaggiato divisi nello spazio: Young e Duke sul "modulo Orion", Mattingly sull'astronave-madre - Il ritardo per il mancato funzionamento d'un congegno elettrico - Il difetto avrebbe potuto rendere impossibile il ritorno

(Dal nostro corrispondente) New York, venerdì mattina. Dopo tre, quattro drammatiche ore, in cui si è temuto che la missione dell'"Apollo 16" dovesse essere annullata, il modulo "Orion" ha ottenuto dal centro spaziale di Houston il permesso di atterrare sulla Luna. Anziché alle 15,23, come previsto, l'atterraggio è avvenuto alle 21,23 (le 3,23 di stamane in Italia). Houston ha annunciato la sua decisione verso le 19, mentre "Orion" e la cabina di comando "Casper" si trovavano dietro l'astro, fuori del campo cosiddetto di radiovisibilità. Appena sono spuntati dalla faccia nascosta della Luna, Young e Duke sul modulo, e Mattingly su "Casper" hanno emesso un grido di gioia. "Benissimo, evviva, siamo tutto orecchi" hanno urlato alla notizia. E Young, il comandante, ha subito aggiunto: "Una sola concessione. Quando tocchiamo la superficie selenica, lasciateci dormire sbarcheremo domani".

L'intera America ha tirato un respiro di sollievo alla svolta ormai insperata di una vicenda che ricordava sempre di più quell'Apollo 13 nel 1970. Allora l'Apollo 13 fu costretto a tornare a Terra dallo scoppio di un serbatoio di ossigeno. Adesso si pensava che il modulo lunare dovesse "spingere" la cabina di comando attraverso lo spazio per riportare i tre astronauti in salvo. Mai l'esplorazione del cosmo ha vissuto attimi così carichi di suspense. Il fatto che una grave, imprevista difficoltà sia stata superata dimostra quale armonia si sia ormai stabilita tra uomini e macchine, tra piloti e scienziati. Questa missione è stata turbata fin dall'inizio da piccoli guasti: perdita di vernice isolante, paralisi del sistema navigazionale primario. Ma il coraggio di Young, Duke e Mattingly, e l'abilità dei tecnici stanno per essere premiati.

Neppure adesso che si comincia a guardare agli eventi a sangue freddo, è chiaro che cosa sia successo. I fatti sono i seguenti. Alle 13,08, il Casper e l'Orion si sono separati in orbita, il primo per compiere i suoi esperimenti spaziali, il secondo per prepararsi alla discesa sulla Luna. Poco dopo, essi sono scomparsi dietro l'astro. In teoria, la cabina di comando avrebbe dovuto salire dall'orbita in cui si trovava (12-69 miglia) a quella superiore cosiddetta di sicurezza (65-197 miglia). Ma essa si è ripresentata nel campo di radiovisibilità ancora al livello più basso: Mattingly, ormai solo a bordo, ha comunicato con una certa apprensione che il motore era rimasto inclinato nella posizione sbagliata, e non s'era acceso. Si prospettava la possibilità che la cabina non potesse più uscire dall'orbita per forza propria.

A soli trenta minuti dall'inizio della discesa, il centro spaziale di Houston ha perciò "bloccato" il modulo lunare. Ha chiesto a Young e a Duke di rinviare di "almeno un'orbita" la manovra. Ha ordinato loro inoltre di avvicinarsi a Casper e di tenersi pronti a ogni emergenza. I due vascelli hanno abbreviato la distanza a meno di cento metri e si sono messi in formazione. Young e Duke hanno cancellato dalla "memoria" del computer tutti i comandi per l'atterraggio, e hanno incominciato a elaborarne alcuni nuovi. Mentre Mattingly controllava disperatamente tutti gli interruttori, tecnici e scienziati cercavano febbrilmente una soluzione del problema. In quel frangente, i due vascelli uscivano dal campo di radiovisibilità, tra angosciosi interrogativi in tutto il mondo. I portavoce di Houston hanno spiegato ai giornalisti che il motore di discesa del modulo lunare sarebbe servito all'astronave per percorrere il cammino verso la Terra. Qualcosa di analogo era successo per l'Apollo 13, quando il motore principale era divenuto inutilizzabile.

"Non disperiamo tuttavia di portare a termine la missione", hanno detto. "Non tutto è perduto". Hanno calcolato che il tempo utile per l'atterraggio sulla Luna sarebbe scaduto solo verso le 2 di domattina, le otto in Italia, cioè dopo cinque orbite. "Gli astronauti non corrono nessun pericolo" hanno sottolineato. "Garantiamo noi della loro salvezza. Forse ce la farebbero anche col motore guasto, ma non vogliamo rischiare". Hanno stabilito di dare una risposta entro tre o quattro ore.

Il mistero è stato risolto più rapidamente di quanto si credesse: Sembra che un'interferenza elettrica avesse bloccato un'interruttore, quello che regola l'inclinazione del motore (lo stesso interruttore, qualche giorno fa, aveva bloccato il sistema navigazionale primario). Il computer, registrando l'anomalia, ha congelato anche il motorino dell'accensione. Di qui il rifiuto del motore principale di accendersi. Mattingly, ricevute le istruzioni necessarie dal Centro spaziale di Houston, ha potuto rimediare all'inconveniente. La cabina Casper è così salita nell'orbita più alta, e il modulo Orion ha ripreso i preparativi per la discesa sulla superficie selenica. "Arrivederci tra quattro giorni" hanno detto Young e Duke a Mattingly "e questa volta non ci fare scherzi". (Ennio Caretto)