2012/04/11

1972/04/11: Il quotidiano "La Stampa" presenta la nuova missione lunare americana

La pagina dedicata alla tecnologia e la scienza del quotidiano "La Stampa" di martedì 11 aprile 1972 dedicata all'imminente missione lunare di Apollo 16 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).
La quinta missione dell'America sulla Luna

E adesso, Apollo 16

Il conto alla rovescia è cominciato ieri a Capo Kennedy, la partenza è prevista per domenica pomeriggio - I tre astronauti resteranno in viaggio 12 giorni, 2 ore e 36 minuti - Il comandante Young e il pilota Duke scenderanno sul Satellite nella "regione di Cartesio" e percorreranno 28 chilometri sull'automobile lunare

La nuova impresa

Alto più di 110 metri, pesante più di 2000 tonnellate - qualcosa come un incrociatore - il Saturno 5 della missione Apollo 16 è già sulla rampa di lancio, a Cape Kennedy. Per la quinta volta in tre anni, uomini coraggiosi e addestrati, quasi "condizionati", si preparano a partire, levandosi sopra un ruggente mare di fiamme, in direzione della Luna.
Il fascino della novità è spento, il brivido dell'ignoto è scomparso, il pubblico segue la nuova avventura con l'occhio fisso al registratore di cassa che fa la somma delle spese. Tutti sanno tutto della Luna, ormai, o almeno lo credono: pietre tormentate, polvere grigia, crateri sconvolti; nel silenzio immobile delle lande desolate, sotto un cielo nerissimo in cui le stelle brillano senza scintillare accanto a un sole di fuoco, non un filo di erba, non un soffio di vento, non una goccia d'acqua, non un segno di vita.
Chiusi nella tuta a più strati di nuovo modello, legati al mondo dalla radio, vivi soltanto grazie all'ossigeno che recheranno con sé, gli uomini dell'Apollo 16 rifaranno quanto hanno già fatto altri, sistemeranno strumenti al suolo, raccoglieranno ciottoli e sabbia, andranno in giro con la bizzarra Land Rover attorno al Lem che sarà per tre giorni la loro casa.
Eppure questa missione Apollo 16 è ancora una grande impresa, né inutile né facile. Della Luna non sappiamo tutto, ne abbiamo al più scalfito la superficie, come un mare nel quale ci si sia appena inoltrati, tanto da non perdere di vista la costa. Le sue montagne sono ancora da scalare, i suoi lineamenti da riconoscere, i terreni da analizzare. Sarebbe presuntuoso, e sciocco, dire che cosa ci potremo trovare; e sarebbe ancor più ingenuo voler prevedere le conoscenze che ne trarremo, sul nostro stesso pianeta, persino - per via indiretta - sull'evoluzione della vita sulla Terra. Fra l'altro gli astronauti collocheranno, nella "regione di Cartesio", il primo osservatorio astronomico extraterrestre: un apparecchio fotografico, sensibile alle radiazioni ultraviolette, che potrà riprendere la volta celeste senza le interferenze atmosferiche e magnetiche che sulla Terra limitano, in larga misura, le nostre possibilità. Come una nuova finestra che si apra sul cosmo.
Quanto all'aspetto umano dell'impresa, l'elemento rischio è forse attenuato, non scomparso. In confronto alle prime missioni spaziali sono aumentate grandemente l'affidabilità del razzo (controllo dell'esplosivo e dei comandi elettrici), la tenuta dei materiali (nuove leghe metallurgiche) e la precisione quasi assoluta della guida a distanza. Restano l'estrema complessità della macchina (un milione almeno di componenti che "tutti" devono funzionare senza un intoppo) e la non ancora compiutamente prevedibile reazione psicofisica del singolo uomo alle condizioni estreme del cosmo. 
  (Umberto Oddone)


Il programma di volo

1. Equipaggio
Comandante: John Young, di 41 anni, capitano di vascello; pilota del modulo di comando: Thomas Mattingly, 35 anni, capitano di corvetta; pilota del modulo lunare: Charles Duke, di 36 anni, tenente colonnello dell'Usaf.
2. Durata della missione
Dodici giorni, 2 ore, 36 minuti.
3. Piano di volo
Ottava missione con destinazione Luna (quinta del progetto Apollo con discesa di uomini sul satellite).
-- Lancio: alle ore 18,54 del 16 aprile 1971, dal Complesso di Lancio 39A di Capo Kennedy, in Florida.
-- In orbita lunare: dalle 21,23 del 19 aprile alle 1,15 del 26 aprile 1972.
-- Atterraggio sulla Luna del modulo lunare: alle 21,41 del 20 aprile 1972.
-- Partenza dalla Luna: alle ore 22,39 del 23 aprile 1972.
-- Ammaraggio nell'Oceano Pacifico: alle ore 21,30 del 28 aprile
4. Obiettivi principali
-- Integrazione dell'esplorazione scientifica della Luna ed ampliamento delle conoscenze sul satellite naturale della Terra;
-- raccolta di pietre e polvere lunare da riportare a Terra;
-- montaggio sulla Luna della quarta stazione scientifica Alsep con strumenti automatici di misura.



Che cosa abbiamo appreso dalle spedizioni precedenti

La Luna non è "figlia della Terra"
Ha come noi 5 miliardi di anni

La Luna è molto più restia a perdere i suoi segreti di quanto si poteva immaginare all'inizio del progetto Apollo. Allora il premio Nobel americano Harold C. Urey diceva: "Datemi un pezzo di Luna e sarò capace di raccontarvi l'evoluzione della Terra e la storia del sistema solare". Oggi invece, alla vigilia di Apollo 16 e dopo quattro missioni umane e un numero assai maggiore d'esplorazioni strumentali, le conoscenze finora raccolte non hanno fornito alcuna clamorosa smentita a quanto si sapeva prima né conferme di realtà insolite o impreviste. "Ci vorranno almeno dieci anni di lavoro affinché le informazioni desunte dal materiale raccolto sulla Luna possono essere valutate ed elaborate in tutte le forme possibili e utili", avevano ammonito gli esperti della Nasa nell'agosto scorso, al termine della missione Apollo 15. E forse proprio in queste parole consapevoli c'è la spiegazione dell'apparente lentezza con cui procede l'interpretazione dei misteri lunari.

Le radiazioni

Su quali dati viene condotta questa ricerca? Nelle loro quattro esplorazioni effettuate in quattro località diverse del satellite gli otto astronauti americani hanno raccolto 201, 5 chili di pietre e polveri scelte con cura. Alcuni campioni sono stati distribuiti a laboratori di tutti i continenti affinché fossero esaminati con metodologie diverse, in modo da fornire dati da comparare. I sovietici hanno a loro volta offerto alla Nasa due grammi (dei cento o poco più) raccolti dalle loro sonde automatiche Lunik 16 e Lunik 20 nel Mare della Fertilità. Al materiale solido bisogna poi aggiungere migliaia e migliaia di fotografie d'ogni genere scattate dall'orbita e dalla superficie. Infine - e questa rappresenta la sorpresa più importante di informazioni - gli astronauti hanno impiantato sulla Luna dei laboratori automatici noti come Alsep, che sono delle stazioni geofisiche vere e proprie, capaci di funzionare autonomamente.
Quali risultati hanno già fornito le esplorazioni del "progetto Apollo"? Eccoli. Circa l'età della Luna, gli scienziati sono arrivati alla conclusione che essa ha "almeno" 4600 milioni di anni, proprio perché a tale epoca risalgono certe rocce raccolte sulla sua superficie. Le pietre più vecchie scoperte sulla Terra risalgono invece a 3600 milioni d'anni. In quanto alla sua formazione, la Luna sarebbe nata dalla condensazione di una grande nube di gas e pulviscolo che in epoche remotissime galleggiava nello spazio. Sembra cioè da scartare l'ipotesi che essa sia nata dalla Terra, come si credeva fino a qualche anno fa, ma è ancora incerto se il satellite si è formato nella sua attuale posizione oppure altrove ed è poi stato catturato dalla gravitazione terrestre. Le rocce lunari risultano infatti composte da elementi chimici simili a quelli presenti sulle rocce terrestri ma che non vi compaiono nelle stesse percentuali. Questa differenza di proporzioni, che in certi casi è apparsa anche piuttosto considerevole, indurrebbe a ritenere che la Luna sia nata "altrove".

Acqua e vita 

Sulla superficie selenica sono state scoperte molte tracce dei bombardamenti di radiazioni solari e cosmiche. L'esame di queste "spie" consente agli scienziati di ricostruire le variazioni intervenute nelle attività del Sole nell'arco di miliardi di anni. La superficie lunare è infatti l'unico luogo accessibile sul quale si possono ricavare queste informazioni sul passato dell'astro. Sulla Terra, protetta dall'atmosfera, le radiazioni solari arrivano molto attutite e in gran parte assorbite. Inoltre le loro tracce sono state praticamente cancellate dall'attività umana. L'analisi dell'attività sismica ha sorpreso non poco gli esperti della Nasa. I terremoti artificiali, provocati mandando ad infrangersi sulla Luna le sezioni ultime dei razzi vettori e le parti superiore del Lem, hanno provocato vibrazioni inaspettatamente lunghe, durate parecchie ore. Sulla Terra i fenomeni della stessa entità provocano vibrazioni che si esauriscano in pochi minuti. Gli strumenti abbandonati sul satellite hanno inoltre dimostrato che alcuni lunamoti spontanei si verificano in cicli mensili e che il massimo della loro intensità viene a coincidere con il periodo in cui la Luna viene a trovarsi nel punto più vicino al nostro pianeta.
C'è acqua sulla Luna? Nell'ottobre scorso i dati provenienti da una delle stazioni automatiche registrarono la presenza di alcune nuvole - sia pure non molto dense - di vapore acqueo. All'inizio si è ritenuto che quel vapore fosse emerso da una frattura della crosta e provenisse dall'interno ancora caldo del satellite. Oggi si è invece indotti a ritenere che sia stato prodotto dalla vaporizzazione di acqua contenuta nei materiali di scarto abbandonati dagli equipaggi.
In quanto alla presenza di vita, finora non è stato reperito nulla che possa ragionevolmente far credere che la Luna sia stata o continui ad essere una culla di viventi.  (Bruno Ghibaudi)