2012/04/20

1972/04/20: Mattingly: "Sono un uccellino malandato". Ore di ansia a Houston e nello spazio, poi il via libera per l'allunaggio

Le lancette degli orologi portati al polso dai tecnici seduti davanti alla consolle al centro di controllo di Houston segnano le 12:07. Da più di due ore e mezza John Young e Charles Duke sono a bordo del Modulo Lunare "Orion". Insieme a Thomas Mattingly, rimasto solo sul Modulo di Comando "Casper", stanno sorvolando il lato nascosto, a noi terrestri, della Luna. Sono trascorse 96 ore e tredici minuti dall'inizio della missione quando avviene il distacco tra i due veicoli cosmici, superstiti dell'immenso razzo sparato verso il cielo azzurro della Florida domenica 16 aprile. I due equipaggi volando in formazione si scambiano complimenti sulle loro rispettive astronavi. Charlie Duke osservando da un finestrino di "Orion" il Modulo di Comando dice: "Hai davvero un bel veicolo spaziale Ken!". E Mattingly a bordo di "Casper" risponde: "Anche il vostro è molto carino". I tre uomini dell'Apollo 16 sono entusiasti. Tutto va per il meglio, i problemi tecnici fin qui accaduti durante il viaggio e risolti brillantemente sembrano lontani. Ora John Young e Charlie Duke attendono con impazienza il momento di accendere il motore del Lem per l'inizio della discesa verso la superficie lunare.

Il Modulo Lunare "Orion" con a bordo Young e Duke ormai libero fotografato da Mattingly dal Modulo di Comando "Casper". Foto AP16-AS16-118-18894.
Foto AP16-AS16-118-18897, scansione JSC.
Il Modulo di Comando "Casper" con a bordo il solo Thomas Mattingly fotografato dai due astronauti a bordo del Lem. Foto AP16-AS16-113-18280, scansione JSC.
Un magnifico scatto fotografico dal Modulo Lunare "Orion": all'orizzonte a sinistra della Terra che sta per sorgere sul cielo lunare il Modulo di Comando "Casper". Foto AP16-AS16-113-12288, scansione JSC.

All'inizio della tredicesima orbita, come previsto dal piano di volo, Ken Mattingly deve portare "Casper" ad un'altezza circolare di 111 chilometri dalla superficie lunare, la cosiddetta "orbita di parcheggio", in attesa di riunirsi di nuovo ai suoi compagni al termine della loro esplorazione nella regione di Cartesio e per dare inizio agli esperimenti installati nel vano del Modulo di Servizio. L'operazione deve avvenire durante il sorvolo del lato nascosto del nostro satellite con l'accensione dell'SPS, (Service Propulsion System), il motore principale dell'astronave. Quando è il momento di azionarlo, però, l'intero complesso Apollo vibra paurosamente. Nonostante i vari tentativi da parte del pilota del Modulo di Comando la situazione non si sblocca. A Mattingly non resta che avvertire Young e Duke ormai distanti a bordo di "Orion" alcuni chilometri da lui: "Sono un uccellino malandato, ragazzi". Sono le 20:34 ora italiana, le 14:34 a Houston. A 384.000 chilometri di distanza milioni di telespettatori in tutto il mondo sono già collegati davanti agli schermi televisivi, per seguire nelle edizioni speciali dei vari telegiornali le ultime fasi della discesa del nono e decimo uomo nella storia sulla Luna.

Ripristinato il collegamento radio con Houston, Mattingly segnala al Capcom di turno Henry Hartsfield il grave guasto, precisando di avere rinunciato ad altri tentativi in attesa di una risposta dalla base sull'inatteso e imprevisto problema. Così come è accaduto per le emergenze nei giorni precedenti, viene immediatamente riunito un team di tecnici e astronauti per scoprire l'origine dell'avaria mentre viene chiesto a Young e Duke di riavvicinare "Orion" a "Casper" e di tenersi pronti ad un'eventuale riaggancio nel caso l'allunaggio venga annullato. E' necessario, infatti, per uscire dall'orbita lunare e ritornare verso la Terra la spinta del motore di discesa del Lem; un'operazione simile già accaduta nella sfortunata missione di Apollo 13 nell'aprile del 1970. Sulla Terra e nello spazio si vivono momenti di grande tensione. Alle 17:54 ora del Texas, poco prima della mezzanotte ora italiana, Houston comunica ai tre astronauti di stare tranquilli, non corrono alcun pericolo e che si stanno prendendo in considerazione da parte degli ingegneri di volo tutte le opzioni possibili sul proseguimento o meno della missione solamente dopo un'accurato controllo dei dati.

Gli uomini di "Orion" e "Casper" continuano, intanto, ad inanellare giri intorno a Selene, in attesa di conoscere il loro destino. Dopo lunghe ore di "suspense" e dopo varie simulazioni nello stabilimento del produttore del razzo principale del Modulo di Servizio in California e nel simulatore in Texas, a terra si giunge alla conclusione che l'anomalia riscontrata non presenta alcun rischio strutturale per il veicolo spaziale e non debba ritenersi tale da compromettere il regolare proseguimento del volo. Ripristinato il collegamento radio arriva alle orecchie degli tre astronauti attraverso le cuffie l'annuncio tanto atteso: "Qui Houston, avete il GO per il proseguimento della missione". La notizia viene accolta con gioia dai tre uomini di Apollo 16. Ora "Orion" può di nuovo allontanarsi da "Casper" e prepararsi alle manovre per la discesa verso gli altopiani lunari. Houston avverte inoltre Young, Duke e Mattingly che a causa del ritardo accumulato ci sarà una modifica al piano di volo, tra cui l'accorciamento di un giorno della missione. Pronta la risposta del comandante Young: "Ok base. Vi chiediamo solo che una volta atterrati ci lasciate riposare qualche ora. Questa lunga attesa è stata veramente snervante".