2012/04/29

1972/04/29: Da "La Stampa" le ultime notizie su Apollo 16 dopo il felice rientro sulla Terra

La cronaca del giorno dopo il rientro sulla Terra dei tre uomini di Apollo 16 nell'edizione de "La Stampa" di sabato 29 aprile 1972 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).
Messaggi di Nixon e Podgorny
agli astronauti di "Apollo 16"

Il presidente ringrazia i tre per il "meraviglioso comportamento", il capo sovietico invia auguri ai "coraggiosi piloti" - I medici dicono: "Sono in perfetta salute e di straordinario buon umore - Attesa per gli esami delle pietre

(Dal nostro corrispondente) New York, 28 aprile.  "In perfetta salute e di straordinario buon umore", come ha dichiarato il medico di Houston, il dott. Berry, gli astronauti dell'"Apollo 16" godono oggi il loro primo giorno di riposo dopo undici di lavoro nello spazio e sulla Luna. La portaelicotteri "Ticonderoga", che li ha raccolti ieri nell'Oceano Pacifico, li sta trasportando alle Hawaii dove li attende un benvenuto di musiche, fiori e belle ragazze. Young, Duke e Mattingly sbarcheranno a Honolulu alle 13 ora americana, le 19 italiane, e proseguiranno quasi subito in aereo per il Texas, dove giungeranno in serata.
La loro missione (il quinto atterraggio sulla Luna) ha suscitato più entusiasmo tra gli scienziati ed i tecnici che tra il largo pubblico. I motivi sono diversi: essa è stata la più complessa dal punto di vista geologico e astrofisico, non ha causato grandi emozioni, se non nelle poche ore in cui un guasto al motore principale ha fatto temere un ritorno anticipato a terra, ed è stata anche messa un po' in ombra dal Vietnam e da altri avvenimenti politici. Ma il comandante dell'equipaggio, Young, ha voluto egualmente ringraziare i contribuenti americani, per il mezzo miliardo di dollari investito nell'impresa. "Sono stati soldi ben spesi" ha dichiarato alla radio e alla televisione ieri sera. "Torniamo dalla Luna con dei segreti. La loro scoperta amplierà le nostre frontiere, e contribuirà alla sopravvivenza e allo sviluppo del nostro pianeta".
L'importanza della missione dell'Apollo 16, che ha stabilito tra l'altro primati di "reddittività per gli uomini e le macchine nello spazio", è stata ben compresa dai capi di Stato, Il presidente Nixon ha ringraziato di persona i tre astronauti, telefonicamente, "per il loro meraviglioso comportamento", affermando che "l'intera nazione ne è orgogliosa". Il leader sovietico Podgorny ha inviato un telegramma di congratulazioni: "I nostri migliori auguri ai coraggiosi astronauti Young, Duke e Mattingly", ha detto tra l'altro, complimentandosi con lo stesso Nixon.
Scrive il New York Times stamattina che il bilancio dell'Apollo 16 è il più positivo finora registrato sulla Luna, per quanto riguarda gli uomini e le macchine. Infatti, l'equipaggio è tornato nelle migliori condizioni fisiche possibili: "Camminano splendidamente, parlano splendidamente, mangiano splendidamente", ha detto il dottor Berry, entusiasta. "Non abbiamo riscontrato nessuno dei disturbi al cuore e al senso d'equilibrio che avevano colpito l'equipaggio dell'Apollo 15". Anche il comportamento delle macchine è stato positivo: innumerevoli piccoli incidenti hanno turbato l'impresa, ma nessuno è stato irreparabile.
"Il sistema dei doppi comandi, doppi motori, doppio tutto è a prova di bomba" ha esclamato Young. Infine, il "bottino" di 110 chili di pietre di origine vulcanica galvanizza gli scienziati.
La Washington Post esalta a sua volta la missione, ed esprime rammarico perché il programma Apollo si concluderà a dicembre con un ultimo volo a cui non ci sarà nessun seguito. Il programma è costato 24 miliardi di dollari: è vero che l'America è assillata da problemi sociali, e dovrebbe distribuire altrimenti le sue risorse, ma la Luna viene abbandonata proprio nel momento in cui la sua "colonizzazione" si dimostra possibile. Il giornale prospetta una collaborazione russo-americana, che potrebbe incominciare già nel '75 per le piattaforme orbitanti terrestri.
Il presidente Nixon ha promosso Duke colonnello d'aviazione, e Mattingly comandante di marina (Young era già stato promosso alla sua terza missione spaziale, quella dell'Apollo 10 nel '69). Per Mattingly, domenica vi sarà una doppia celebrazione: egli attende infatti l'arrivo del primogenito, che spera coincida con il ritorno a Houston.   (Ennio Caretto)

2012/04/28

1972/04/28: La cronaca del ritorno sulla Terra dei tre astronauti di Apollo 16 su "La Stampa"


La prima e la tredicesima pagina del quotidiano "La Stampa" di venerdì 28 aprile 1972 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

Conclusa la quinta missione lunare

Perfetta la discesa nell'Oceano Pacifico

della capsula Apollo con i tre astronauti

La navicella "Casper" è calata in mare nel punto previsto, a un miglio dalla portaelicotteri "Ticonderoga" - Si è rovesciata su un fianco, ed è stata raddrizzata con le sacche gonfiabili - Mattingly, Duke e Young in ottime condizioni

(Dal nostro corrispondente) New York, 27 aprile. Con incredibile puntualità e precisione, l'Apollo 16 è oggi ammarato nell'Oceano Pacifico alle 14,44, le ore 20,44 in Italia, a 1500 metri dalla portaelicotteri Ticonderoga. Cullata dai tre grandi paracadute color bianco e arancione, la cabina di comando "Casper", con Young, Duke e Mattingly a bordo, è scesa tra le onde con un colossale spruzzo. Colta al fianco dal pur placido mare si è rovesciata: ma nel giro di due o tre minuti, i sommozzatori che già si trovavano nei paraggi l'hanno raddrizzata. "Tutto a posto, splendido" ha gridato allegramente Young. 
Si è così felicemente conclusa una delle più eccitanti e forse la più utile delle missioni spaziali americane. I tre astronauti rimarranno due giorni a bordo delle Ticonderoga, diretta alle Hawaii, a 2500 chilometri circa a sud. Il loro prezioso carico di pietre lunari e strumenti scientifici sarà invece trasportato subito in aereo al centro di Houston nel Texas. Le condizioni fisiche e mentali di Young, Duke e Mattingly sono eccellenti, e a Houston si ripongono grandi speranze sul loro "bottino". Il presidente Nixon si è già congratulato telefonicamente con i tre uomini.
Il ritorno dell'Apollo 16 a terra è stato emozionante come sempre. Alle 14,15, all'approssimarsi agli strati superiori dell'atmosfera, Mattingly ha sganciato il modulo di servizio dalla cabina di comando. Alle 14,31, mentre il modulo si perdeva nello spazio, la cabina infilava a 40 mila chilometri all'ora un ristretto "corridoio" dall'inclinazione di 8,8-6,5 gradi. "Apollo 16 sta ora passando attraverso l'atmosfera", ha annunciato il centro di Houston. "La discesa è incominciata ad un'altezza di 130 chilometri". "Magnifico, arriviamo", ha avvertito Duke.
A quel punto, a causa della frizione e del calore terribile, che ha trasformato l'astronave in una palla di fuoco, i contatti radio si sono interrotti. Tre minuti e trenta secondi più tardi, i radar della Ticonderoga hanno "trovato" la cabina. "Lo schermo elettrico ci impedisce di comunicare via radio, ha detto Houston, ma seguiamo ugualmente la discesa". A poco a poco, la velocità dell'Apollo 16, giunto ormai in basso, si è ridotta a 35 chilometri orari per l'azione frenante dei paracadute. Sbucata d'improvviso tra le nuvole, la navicella ha toccato l'acqua senza danni.
Sull'Oceano Pacifico, le condizioni meteorologiche erano perfette. Poco vento, caldo, onde di circa un metro. Nel cielo volteggiavano quattro elicotteri e due aerei. I sommozzatori erano pronti con i canotti pneumatici. "Ci sentite?" ha chiesto Houston alla radio. "Benissimo", ha risposto Young. Aperto il portello, i tre astronauti si sono affacciati sul mare, socchiudendo gli occhi alla luce abbagliante, un po' incerti sulle gambe. Un elicottero li ha presi a bordo e trasferiti sulla Ticonderoga, tra gli applausi di 1500 marinai schierati sulla tolda.
Stretta la mano al comandante, salutato l'equipaggio, scambiate poche parole con i giornalisti e i teleoperatori, Young, Duke e Mattingly sono scesi sotto coperta. I medici li hanno esaminati per due ore circa: il cuore sembra aver sopportato egregiamente gli sforzi, non c'è stata perdita del senso d'equilibrio. Un bel bagno e una lauta cena, con bistecca ma niente alcolici, hanno premiato i tre avventurosi. Per due giorni, essi dormiranno soltanto e discuteranno con i medici le loro reazioni alla permanenza record di 71 ore sulla Luna, e di undici giorni nello spazio.
Al centro spaziale di Houston, l'arrivo degli astronauti è atteso con ansia per domenica. Gli scienziati hanno definito la loro impresa "magnifica" e manifestato l'opinione che consentirà "un vero balzo in avanti nella conoscenza della Luna e del sistema solare". Young e Duke hanno compiuto tre escursioni di complessive 20 ore e 14 minuti sulla superficie selenica e raccolto 110 chili di pietre e di polvere, si tratta di primati. Hanno inoltre condotto esperimenti con un miniosservatorio per le galassie e con stazioni scientifiche a batteria atomica.
Le ultime ore di volo dell'Apollo 16 non sono state turbate da nessun incidente. Sia ieri sera sia stamane una "luce spia" s'è accesa a bordo dell'astronave, e per un attimo s'è temuto un guasto o al sistema di navigazione o al motore principale, gli stessi che erano risultati leggermente difettosi la settimana scorsa. Ma nel primo caso s'è trattato di una misteriosa quanto fugace interferenza elettrica nel computer, e nel secondo di una sbadataggine di Duke, che ha urtato un interruttore. "Non sta mai fermo", ha detto ridendo del loquace e irrequieto compagno il comandante Young.
L'unica attività degna di nota in questa fase conclusiva del viaggio è stata la discussione intrecciata dai tre astronauti coi geologi del centro spaziale di Houston e coi giornalisti sul "bottino" di pietre fatto sulla Luna. "Quelle pietre sono uniche - ha dichiarato Young - e dimostreranno che Descartes aveva ragione". su cui gli astronauti sono sbarcati deve il nome al filosofo e matematico francese, ed è di origine vulcanica. Mattingly, che era rimasto in orbita sulla cabina di comando, ha detto di avere visto strati di lava simili a quelli esistenti nelle Hawaii.
I tre astronauti hanno ammesso che la settimana scorsa, quando il motore principale non si accese, pensarono di dovere abbandonare la missione. "Il successo della nostra impresa - ha commentato Young - dimostra quanto siano necessari i doppi comandi sulle astronavi". Gli astronauti hanno espresso la speranza che la loro esplorazione si riveli effettivamente la più importante del programma Apollo dal punto di vista scientifico. "Il nostro unico rammarico è che dopo il prossimo volo la conquista della Luna non avrà seguito per qualche anno".
Young, Duke e Mattingly si sono addormentati ieri sera presto e hanno goduto del sonno più lungo e ristoratore del loro viaggio. Stamane si sono svegliati a ora tarda, e hanno chiesto notizie delle famiglie. Da Houston, il collega Tony England ha comunicato loro che si stavano preparando grandi festeggiamenti.  (Ennio Caretto)

2012/04/27

1972/04/27 20:44 IT (14:44 HO): Il rientro nell'atmosfera e lo "splashdown" nell'Oceano Pacifico, i tre di Apollo 16 sono di nuovo a casa

Le ultime ore nello spazio dei tre uomini di Apollo 16 trascorrono tranquille prima dell'emozionante fase finale dell'ottavo viaggio umano della storia Terra-Luna-Terra.

Dopo essere stati svegliati dal "Capcom" di turno al Centro spaziale di Houston, Tony England, e aver rimesso ordine all'interno del Modulo di Comando, John Young, Thomas "Ken" Mattingly e Charlie Duke si preparano per le ultime operazioni prima del rientro "infuocato" nell'atmosfera terrestre.

Alle 20:16 ora italiana, le 14:16 a Houston, viene sganciato il Modulo di Servizio. A 265 ore e 37 minuti dall'inizio del grande viaggio avviene l'ingresso nell'atmosfera. Le lancette dell'orologio nel nostro paese segnano le 20:31. Pochi secondi dopo ha inizio il "black-out" nelle comunicazioni tra la base di Houston e la cabina di comando. Sono anche questi, come quelli vissuti nell'intero viaggio di Apollo 16, momenti di estrema tensione a terra e nello spazio. Ogni viaggio di uomini al di fuori del nostro pianeta è sempre esposto a numerosi rischi e incognite. Durante la discesa attraverso l'atmosfera i tre astronauti, protetti a bordo della navicella "Casper", dove al di fuori si sviluppa una temperatura di oltre 2.400° C, stanno sopportando una accelerazione sul proprio corpo di quasi 8 G. Sulla Terra milioni di persone in tutto il pianeta sono collegati attraverso gli schermi televisivi con i principali canali di informazione che mostrano le immagini che provengono in diretta sia dalla base di controllo nel Texas sia da bordo dalla portaerei "Ticonderoga", addetta al recupero. Anche in Italia l'edizione serale del Telegiornale in onda dalle 20:30 si apre con le immagini che provengono in diretta dall'Oceano Pacifico e con il commento dallo studio di Roma di Tito Stagno, il giornalista che più di tutti in Italia ha seguito la grande epopea delle missioni umane sulla Luna.


Nella rappresentazione artistica della NASA, il rientro del Modulo di Comando "Casper" attraverso l'atmosfera terrestre.

Alle 20:35 italiane viene ripristinato il collegamento radio e poco dopo sui teleschermi accesi in tutto il pianeta si scorge la sagoma di ciò che rimane dell'immenso razzo Saturn V: la piccola cabina del Modulo di Comando appesa ai tre grandi paracadute che alle 14:44 ora di Houston, le 20:44 italiane, la depositano tra le calme onde dell'Oceano Pacifico. E' lo "splashdown", l'atto conclusivo di una missione tra le più prolifiche del programma spaziale statunitense.

Il rientro di Apollo 16 nell'Oceano Pacifico nella diretta TV.
Foto AP16-S72-36235, scansione di J.L. Pickering.
Foto AP16-S72-36291.
Foto AP16-S72-36289.
Foto AP16-S72-36293.
Foto AP16-S72-36300, scansione di J.L. Pickering.

"Casper" ammara a circa due chilometri dalla portaerei di recupero. Subito dopo lo "splash-down" la capsula si capovolge, ma grazie al gonfiaggio degli speciali palloni galleggianti contenuti alla sommità del cono del Modulo di Comando, si riporta presto nella posizione corretta.

Alle 21:04 ora italiana gli "uomini-rana" addetti al recupero aprono il portello dell'Apollo: John Young, Thomas Mattingly e Charlie Duke, i tre eroi di Apollo 16, possono respirare finalmente il "profumo" della Terra, quella che hanno lasciato per undici giorni, un'ora e cinquantuno minuti, tanto è durato il loro straordinario viaggio, il penultimo del programma spaziale Apollo "l'uomo sulla Luna".


Foto AP16-S72-36282, scansione di J.L. Pickering.
Foto AP16-S72-36435, scansione di J.L. Pickering.
L'uscita del comandante Young dal Modulo di Comando "Casper". Foto AP16-S72-36492, scansione di J.L. Pickering.
John Young al rientro dal suo quarto volo nello spazio, il secondo lunare. Foto AP16-AS72-36496, scansione di J.L. Pickering.
L'uscita del pilota del Modulo di Comando Thomas "Ken" Mattingly. Foto AP16-72-HC-452.
Anche Charlie Duke ha raggiunto i suoi due compagni sul canotto di salvataggio. Foto AP16-S72-39508, scansione di J.L. Pickering.
Atterrati con l'elicottero sulla portaerei, Young, Duke e Mattingly ricevono i primi festeggiamenti dai marinai e del pubblico presente sulla "Ticonderoga". Foto AP16-S72-36263, scansione di J.L. Pickering.

1972/04/27: Il giorno del rientro sulla Terra. Le ultime notizie su "La Stampa" e "Stampa Sera"


Il giorno del rientro dei tre uomini di Apollo 16 a pagina uno e tredici de "La Stampa" di giovedì 27 aprile 1972 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).
Si conclude dopo 11 giorni la missione lunare

"Apollo 16" questa sera a casa
Alle 20,44 scende nel Pacifico

Perfette le condizioni fisiche dei tre astronauti, le previsioni del tempo sono favorevoli - Breve allarme per una "spia" accesasi, poi il guasto è riparato - Tutto pronto sulla portaerei "Ticonderoga" per il recupero

(Dal nostro corrispondente) New York, 26 aprile. In attesa dell'ammaraggio nel Pacifico alle 14,44 di domani (le 20,44 in Italia) gli astronauti dell'Apollo 16 hanno oggi trascorso una giornata di quasi assoluto riposo. Essi hanno tenuto una discussione radio con i geologi del centro spaziale di Houston e più tardi una conferenza stampa di mezz'ora ai giornalisti. Sono apparsi tutti e tre di buon umore, e non troppo affaticati. Ha detto il loro medico, il dottor Berry: "Credo che siano l'equipaggio che ritorna in migliore condizioni fisiche dallo spazio".
Per l'ammaraggio non si temono complicazioni. L'Apollo 16 infilerà domani pomeriggio un "corridoio" tra 8,8 e 6,5 gradi nell'atmosfera terrestre. Il modulo di servizio "rimbalzerà" nel vuoto dopo essersi staccato dalla cabina di comando. Quest'ultima completerà la discesa coi paracadute. Dalla località prescelta, nel Pacifico meridionale, la portaerei Ticonderoga, incaricata del recupero dell'Apollo 16, ha fornito buone notizie. La visibilità è perfetta, il mare è poco mosso, fa caldo.
Questa sera c'è stato un attimo di apprensione: una spia d'allarma si è accesa nel sistema di guida. Si è poi rivelato un fenomeno transitorio dovuto a un impulso elettronico di natura ignota e tutto è tornato a posto.
"Dopo 11 giorni" ha detto scherzando il comandante Young "vi assicuro che torniamo a terra volentieri. Sogno un bel bagno e un pasto senza aranciata" (questa bevanda, che contiene potassio e tonifica il cuore contro gli sforzi, è stata imposta ai tre astronauti, che ora la detestano). Mattingly, la cui consorte attende il primo figlio all'inizio di maggio, ha esclamato: "Spero che a Houston ci lasceranno liberi presto, desidero assistere alla nascita". "Faremo il possibile", gli hanno risposto.
Young, Duke e Mattingly hanno svolto i loro ultimi compiti ieri sera. Mattingly ha compiuto l'ormai abituale "passeggiata" nello spazio a 320 mila chilometri dalla Terra. E' uscito dalla cabina di comando per prendere due cinecamere piazzate all'esterno. Muovendosi con abilità, si è allontanato di circa cinque metri dall'Apollo 16. "Come è buio - ha commentato -. Vedo la Luna, è uno spettacolo meraviglioso". Il comandante Young ha dovuto ordinargli di non allontanarsi troppo.
Più tardi lo stesso Mattingly ha corretto leggermente la rotta dell'astronave per il rientro nell'atmosfera. Ha acceso il motore principale per otto secondi. Non vi sono stati incidenti: giovedì scorso, in orbita intorno alla Luna, il motore non s'era avviato, facendo temere per qualche ora il fallimento della missione. I tre uomini si sono coricati presto, e hanno avuto il sonno più lungo e ristoratore del loro viaggio. Al risveglio, Duke ha nascosto la chiave della scatola del burro, suscitando l'ilarità del centro spaziale di Houston: Young aveva fame, e non trovava il necessario per il breakfast. 
La discussione e la conferenza stampa alla radio si sono limitate alle "pietre" e alla esplorazione della "montagna fumosa" e del cratere "Raggio del Nord". Gli astronauti dubitano di aver trovato i sassi vulcanici di 4 milioni di anni fa, risalenti cioè alla formazione della crosta lunare: i geologi sono invece convinti che i sassi si nascondano nel loro "bottino" di 110 chili. Essi attendono con ansia anche le fotografie delle galassie scattate dal miniosservatorio e quelle della Luna prese con una macchina cartografica.
Young ha definito la missione una delle esperienze più eccitanti della sua vita, e ha espresso la speranza che essa preluda alla colonizzazione dell'astro e ai voli interplanetari. L'Apollo 17, che partirà il prossimo dicembre, è l'ultimo della serie: per parecchi anni, nessuno metterà più piede sulla Luna dopo di esso. McDivitt, un ex astronauta ora direttore del Programma Apollo, ha dichiarato che i progressi tecnologici nello spazio torneranno a beneficio di tutta l'umanità.
A terra, l'attesa delle famiglie dei tre astronauti (sono tutti sposati) si fa trepida. Il presidente Nixon ha già preparato un telegramma di congratulazioni. Come al solito, l'equipaggio dell'Apollo si recherà alle Hawaii, e di là proseguirà per Houston in aereo. Occorreranno alcune settimane di studi ed esperimenti di laboratorio per sapere se la missione ha dato i grandi risultati sperati.   (Ennio Caretto)


Le ultime notizie a poche dal rientro a terra di Young, Mattingly e Duke sul quotidiano con uscita pomeridiana "Stampa Sera" (dalla collezione personale di Gianluca Atti).
Alle ore 20,44 si conclude la missione

Stasera l'ammaraggio
dell'Apollo nel Pacifico

HOUSTON, giovedì sera. Gli astronauti dell'Apollo 16, John Young, Charles Duke e Thomas Mattingly, concludono oggi la loro missione lunare, ammarando nel Pacifico meridionale alle 20,44 italiane. 
Ieri, mentre si trovavano a circa 190.000 chilometri dalla Terra, Young e compagni hanno tenuto la prevista conferenza stampa dallo spazio. "Cartesio disse: niente è così lontano da noi da essere oltre la nostra portata o così nascosto da non poter essere scoperto - ha detto Young - questa è veramente la storia della nostra missione. Siamo andati a provare questa teoria". 
Mattingly, che era rimasto in orbita mentre Young e Duke esploravano la Luna, ha detto di essere riuscito a vedere il modulo e il Rover lunare. "Ho visto un bagliore luminoso quando il Rover si trovava sulle pendici della Montagna di Pietra".
E' stato poi chiesto a Duke che cosa lo avesse maggiormente colpito. "La bellezza dei Monti di Cartesio -. La sensazione che si prova quando si guarda nello spazio. Là c'è nero e soltanto nero".  (Associated Press)

2012/04/26

1972/04/26: La conferenza stampa dallo spazio dei tre uomini di Apollo 16

John Young, Thomas Mattingly e Charlie Duke, i protagonisti di Apollo 16, si stanno sempre più avvicinando alla Terra, al loro pianeta natale che hanno lasciato nel primo pomeriggio di domenica 16 aprile 1972. L'orologio che scandisce il momento che li separa dal tuffo finale nell'Oceano Pacifico segna poco meno di ventiquattro ore. Alle 22:29 ora italiana, le 16:29 a Houston, si accende la telecamera a bordo di "Casper": è in programma una breve conferenza stampa dei tre astronauti che risponderanno in diretta alle domande di alcuni giornalisti della carta stampata e e delle radiotelevisioni statunitensi presenti al Centro spaziale e che hanno seguito minuto per minuto il quinto sbarco umano della storia sulla superficie del Satellite naturale della Terra.

Nella foto: un momento della conferenza stampa nel collegamento televisivo con la Terra (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

E' l'astronauta Henry Hartsfield, "Capcom" di turno, a rivolgere le domande. Questa la trascrizione:

Hartsfield: Apollo 16, le domande in questa conferenza stampa sono state preparate dai giornalisti che seguono il volo qui al Manned Spacecraft Center. Ve le leggerò esattamente come formulate dai giornalisti e secondo una priorità da loro specificata. Domanda numero 1 per John Young: un paio di volte avevi il microfono aperto e non lo sapevi, ma come può un bravo ragazzo della Florida come te dire quello che hai detto sulla spremuta agli agrumi?

Young: Questa è un'ottima domanda. Aspetto che tu la beva giorno e notte per 2 settimane, e poi fammi sapere cosa ne pensi. E anche a pranzo.

Hartsfield: Domanda numero 2 ...

Young: Io ho un aranceto in Florida, quindi mi piacciono gli agrumi, ma le bevande agli agrumi sono qualcos'altro.

Hartsfield: Domanda 2: John, quando la combustione per la circolarizzazione del Modulo di Comando e Servizio (CSM) intorno al Satellite non ha potuto essere eseguita nei tempi previsti, hai pensato che non saresti stato in grado di atterrare sulla Luna?

Young: L'ho pensato. Avevamo tutti e tre seri dubbi sul fatto che saremmo stati in grado di farlo o meno.

Hartsfield: Domanda numero 3 in tre parti per John e Charlie. Siete rimasti sorpresi dalle rocce e da altre formazioni nel sito di Cayley?

Duke: Lo siamo stati. Avevamo l'obiettivo di trovare quante più rocce possibili con origine vulcanica, ma non credo che durante l'esplorazione ne abbiamo trovato come avevamo originariamente previsto. Comunque le rocce che abbiamo prelevato sono uniche, diverse da tutti i precedenti campioni lunari riportati a terra fino ad ora. Quindi tutto questo è stata una sorpresa.

Hartsfield: John, pensi che la tua formazione geologica ti abbia preparato adeguatamente a descriverli?

Young: Penso di sì. La maggior parte delle rocce che abbiamo trovato a North Ray e South Ray erano coperte di polvere. C'era una grande coltre di polvere là fuori, e abbiamo visto pochissime rocce pulite se non quando le abbiamo tagliate. Non potevi prenderti troppo tempo per fermarti e spaccare un pezzo di roccia, perché è piuttosto difficile da fare indossando una tuta a pressione. Quindi li stavamo descrivendo più per forma, morbidezza e friabilità e cose del genere. E questo in realtà non richiede molta formazione, ma penso che abbiamo ugualmente avuto una formazione adeguata per fare questo tipo di lavoro.

Hartsfield: Hai visto qualcosa di specificamente vulcanico?

Duke: Per quanto riguarda i crateri, Hank (Hartsfield), pensiamo di averne visti due che avevano la forma di vecchi coni di cenere o qualcosa del genere, e a noi, sembrava che potesse essere stata una fonte di attività vulcanica molto, molto tempo fa.

Hartsfield: Domanda 4: più volte a North Ray John hai detto: "Non avvicinarti troppo al bordo". Pensavi che se tu fossi caduto, non saresti stato più in grado di uscirne?

Young: Affermativo.

Duke: (Risate) Sì. Ci puoi scommettere.

Young: Se fossimo caduti entrambi non saremmo stati in grado di uscire. Esatto.

Hartsfield: Domanda 5: l'esperimento del flusso di calore che hai rotto è stato risolto con successo nella simulazione qui a terra, anche se era complicato e richiedeva molto tempo. Pensi che avresti dovuto provare a risolverlo o rinunciare così come hai fatto?

Young: Non credo che fossimo qualificati per prendere questa o quella decisione. È stata una decisione presa da persone del campo che sono molto più qualificate di noi per fare questo genere di cose. Se ci fosse stato detto di farlo, lo avremmo certamente fatto.

Hartsfield: Domanda 6: "Ken" (Mattingly), hai avuto molti problemi con gli strumenti di bordo durante questa missione. C'è un filo conduttore che attraversa tutti questi problemi per i quali potresti suggerire una spiegazione?

Mattingly: Sì. Penso che il volo spaziale in generale sia ancora un po' complicato. Hai un sacco di attrezzature sofisticate qui che devi cercare di farle funzionare tutte in una volta. Penso che questo sia ciò per cui abbiamo costruito una ridondanza, dei doppi comandi, e che questo stia pagando abbastanza bene.

Young: Io non credo che ci sia alcuna relazione tra nessuno di questi problemi, uno dietro l'altro. Non credo che ci sia un filo conduttore. Sono d'accordo con Ken. Ogni attrezzatura spaziale è molto complicata. Deve funzionare per lunghi periodi di tempo, e devi aspettarti che alcune volte non funzionerà, e devi sapere come risolverlo, ed è per questo che ci imbarchiamo in questi viaggi.

Hartsfield: Domanda 7 per Ken: le tue osservazioni sul sito di atterraggio. Hai visto il Modulo Lunare o il Rover, e hai visto delle differenze tra Cayley e Descartes?

Mattingly: Ok. Queste sono due domande distinte. Prima cosa, li ho visti? Ci sono state due occasioni: una volta in cui ho pensato di aver catturato un bagliore di luce, che non riuscivo a riconoscere come Modulo Lunare ma che proveniva dal luogo in cui penso che "Orion" probabilmente fosse atterrato. E questo era molto vicino alla posizione delle coordinate che voi mi avete trasmesso. E una seconda volta, mentre il Rover si trovava su Stone Mountain, mi è capitato di guardare mentre passavano, e penso che tu fossi tu di turno, Hank, e mi hai detto che stavano esplorando Stone Mountain, e ho guardato laggiù, e in quel momento ho avuto un altro piccolo lampo di luce.

Hartsfield: La seconda parte di questa domanda era: hai visto qualche differenza tra Cayley e Descartes?

Mattingly: Sì. Penso che ci sia una morfologia nettamente diversa in queste due zone. Il nostro addestramento pre-volo sulla Terra è un po' diverso rispetto a quello che penso di aver visto dall'alto intorno alla Luna. Penso che la vera risposta risiederà nell'analisi dei dati post-volo. Abbiamo alcuni buoni filmati cinematografici, e penso che quando si sommeranno insieme alle rocce che abbiamo raccolto, avremo una storia piuttosto importante che spiegherà molte cose che non sappiamo ora.

Hartsfield: Domanda numero 8, sempre per Ken: quali sono state le tue impressioni quando hai sorvolato il lato posteriore della Luna, e ci sono state sorprese?

Mattingly: L'impressione sul lato nascosto del nostro satellite è qualcosa che ho cercato di descrivere dal momento in cui siamo arrivati fino al momento in cui siamo partiti. In generale, l'impressione che ho avuto è che il materiale con cui si è formato il lato a noi non visibile dalla Terra, quando lo osservi da vicino, sembra molto simile al materiale che troviamo sul lato anteriore. La cosa che sembra diversa è che il lato posteriore è privo di questi grandi bacini. Se sul retro abbiamo visto sorprese? Probabilmente la cosa più sorprendente è stato osservare sul lato di un cratere, chiamato Guyot, che è appena a nord e un po' a ovest del King Crater, e sembrava che ci fosse materiale che trasudava. Nelle nostre ultime due orbite intorno alla Luna siamo passati quasi direttamente sopra la sua testa, e sembrava che fosse pieno come un pozzo di materiale, poi questo materiale era corso lungo il lato. Questa è una formazione tipica che potete vedere alle Hawaii, ma qualcosa che non ho visto da nessun'altra parte sulla Luna.

Hartsfield: Domanda numero 9 per John e Charlie: alla fine dell'EVA-3, sembrava che voi due steste facendo una competizione di salto in alto. Chi ha vinto e quanto in alto pensate di aver saltato?

Young: No, non stavamo facendo una competizione. Stavamo solo mostrando alcune delle cose che potresti fare con una massa di 360 libbre che pesa solo 60 libbre, anche rallentata, se vuoi, dalla tuta a pressione. E non credo che nessuno abbia vinto. Stavamo solo dimostrando cosa si può fare con una tuta indosso.

Hartsfield: Domanda 10 ...

Young: Non ho idea di quanto in alto abbiamo saltato. Dovrei guardare la registrazione TV quando sarò a terra. Forse un piede o due.

Hartsfield: Domanda 10: potreste spiegare le circostanze del mancato schianto sulla superficie lunare dello stadio di risalita del modulo lunare dopo la deorbitazione?

Duke: Penso che questo sarà risolto solamente quando avremo esaminato tutti i dati quando torneremo a terra discutendone con i controllori di volo. Al momento non ne ho idea.

Young: Nemmeno io.

Hartsfield: Domanda 11: in che misura l'affaticamento ha influenzato le vostre prestazioni sulla superficie lunare? Ad esempio, pensate che sareste stato in grado di compiere un'Eva-3 completa di 7 ore, decollo, aggancio e rilascio del Lem tutto nello stesso giorno?

Young: Penso che sarebbe stato impegnativo.

Hartsfield: Domanda 12, per ognuno di voi ...

Young: Probabilmente avremmo potuto farlo, ma penso che sarebbe stato molto faticoso.

Hartsfield: Domanda 12 per ognuno di voi: cosa speri di raccontare ai tuoi nipoti come il momento più memorabile del tuo viaggio sulla Luna?

Duke: Bene, inizierò io, Hank. Ho due impressioni. La prima è la bellezza abbagliante di Cartesio, la sua superficie. E' uno dei luoghi più maestosi che abbia mai visto. La seconda è sull'EVA, quando distogli lo sguardo dalla superficie lunare che calpesti e dalla Terra alta nel cielo, c'è solo l'oscurità totale dello spazio. È davvero nero là fuori.

Mattingly: Beh, immagino di essere io il prossimo. Ero sicuro che qualcuno avrebbe fatto questa domanda, ma non credo di poter dare una risposta unica. Momenti memorabili ce ne sono stati così tanti negli ultimi 10 giorni. E sembra che ognuno si sovrapponga all'altro, e la risposta immediata che ti viene in mente è "questa è la cosa più fantastica che abbia mai visto". Sotto molti aspetti lo è davvero. Ci sono stati così tanti eventi che, nel mio caso, dovrò sedermi e pensare a questo per molto tempo prima di poterne scegliere uno, e poi non sono così sicuro che sarò mai in grado di dire che c'è stato un momento unico o un evento memorabile. L'intera faccenda è stata solo una serie di "molto impressionante", e odio usare la parola, ma non so nient'altro che dire: "È fantastico".

Young: Penso che Ken abbia dato la risposta giusta. Abbiamo visto tanto in questi 10 giorni come la maggior parte delle persone sulla Terra vede in 10 vite. E sicuramente ci siamo divertiti.

Hartsfield: Domanda 13: John, dal punto di vista di un esperto astronauta, avresti da discutere sulle possibili difficoltà operative, oltre al linguaggio, da superare nel proposto volo spaziale congiunto USA-URSS con equipaggio? E avresti qualche suggerimento da dare?

Young: (Risate) Dal punto di vista di un astronauta, non mi sentirei qualificato per discuterne, se non per dire che se la lingua è un problema, sarò felice di imparare il russo. Penso che Charlie e Ken si sentano allo stesso modo.

Hartsfield: Domanda 14: il potassio nella vostra dieta durante il volo ha influenzato il gusto del cibo o causato altri problemi?

Equipaggio (a bordo): (Risate)

Young: Questa è un'ottima domanda, anche se non sono sicuro se siamo qualificati per dirlo. Quando torneremo a terra ne parleremo con tutti. Ma non credo che il potassio abbia influenzato il gusto del nostro cibo. E credo che nessuno lo abbia notato.

Duke: Non credo sia il momento di dare giudizi. Aspettiamo il responso dei medici dai dati post-volo e sapere quanto il livello di potassio abbia contribuito a tonificare il nostro corpo. Credo che i ragazzi a terra abbiano molti più dati di quelli che abbiamo noi sulle nostre condizioni fisiche, a parte il fatto che sappiamo che ci sentiamo molto bene.

Young: Sì, penso che siamo stati molto fortunati a compiere la maggior parte della missione come abbiamo fatto. E non so se il potassio avesse qualcosa a che fare con esso o no, ma se lo ha fatto, sono sicuramente grato perché lo stavamo prendendo.

Hartsfield: Domanda 15 per John: cosa intendevi quando hai detto: "Il morale è salito di un centinaio di punti dopo il successo del TEI [Trans-Earth-Injection. Manovra di accensione trans-terrestre]". Era basso?

Young: No, non particolarmente. Sarebbe stato sicuramente basso però se non fosse avvenuta l'accensione per il TEI, lo confesso.

Hartsfield: Domanda 16 per ognuno di voi: sulla base della vostra esperienza, avete qualche raccomandazione in questo momento per l'equipaggio dell'Apollo 17?

Young: Sì. Consiglio loro di godersela tanto quanto noi. E sono sicuro che lo faranno, perché, vi dico, abbiamo davvero avuto un sacco di attrazioni da vedere e lo sarà anche per loro. Ammetto che, in molti casi, abbiamo lavorato sodo. Ma abbiamo ottenuto tutto il supporto dagli scienziati e tecnici di Houston. Voglio dire, da ogni decisione che veniva da terra c'è stato un sacco di lavoro in tutto il paese, c'erano molte ruote che giravano e persone che lavoravano fino a tardi pere risolvere ogni problema. E sono davvero felice che per Ken, Charlie e io sia stata un'esperienza meravigliosa.

Hartsfield: Questa era l'ultima domanda, John. Grazie molte.

Young: Ebbene, permettimi di dire solo una cosa, Hank, e cioè, quello che ha detto il filosofo Descartes. Ha detto: "Non c'è nulla di così lontano da noi da essere al di là della nostra portata, o così nascosto da non poterlo scoprire". E sapete tutti che Cartesio era un matematico e filosofo francese da cui la regione lunare che abbiamo esplorato prende il nome. Ed io mi auguro, davvero, che la nostra missione sia la conferma della sua teoria. La mia valutazione personale e che una volta analizzate le rocce che riportiamo a terra, dopo un'esperienza meravigliosa, faremo progressi verso la dimostrazione che aveva ragione.

1972/04/26: La vigilia del rientro sulla Terra di Young, Duke e Mattingly su "La Stampa"


La prima pagina e la pagina 11 de "La Stampa" di mercoledì 26 aprile descrivono le ultime notizie sul ritorno verso la Terra dei tre di Apollo 16 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

Gli astronauti hanno iniziato l'ultima fase della missione

Apollo 16 lascia il campo lunare

Domani sera il tuffo nel Pacifico

Thomas Mattingly è uscito nel vuoto per recuperare alcuni strumenti - Il modulo Orion, che doveva schiantarsi sulla superficie della Luna, si è perduto nello spazio - Gli scienziati soddisfatti del "bottino" di pietre e polveri raccolto da Duke e Young

(Dal nostro corrispondente) New York, 25 aprile. La "passeggiata" nello spazio di Thomas Mattingly, a oltre 350 mila chilometri dalla Terra, è stata oggi il principale avvenimento dell'Apollo 16. Il pilota della cabina di comando, che ha orbitato per tre giorni intorno alla Luna, mentre Young e Duke la esploravano in automobile, è rimasto circa un'ora nel vuoto. Mattingly ha recuperato due macchine fotografiche e cartografiche montate all'esterno di "Casper". Le sue esclamazioni e i suoi commenti hanno divertito il centro spaziale di Houston: prima sacrificato rispetto ai compagni, Mattingly ha finalmente avuto "il battesimo del cosmo".

L'astronave ha lasciato il campo gravitazionale lunare alle 10,47 di stamane, le 16,47 in Italia, mentre si trovava a poco più di 60 mila chilometri dall'astro, e a poco meno di 350 mila dalla Terra. "Il nostro pianeta vi attende a braccia aperte" ha detto Houston alla radio. "Lo vediamo" ha risposto il comandante John Young. "E' una cosa meravigliosa". L'Apollo 16 acquisterà progressivamente velocità, e ammarerà nell'Oceano Pacifico alle 15,30 di giovedì, le 21,30 in Italia, con quasi una giornata di anticipo sul programma originario.

La missione dell'Apollo 16 ha vissuto gli ultimi attimi di suspense stamane, quando l'astronave ha lasciato l'orbita lunare. Mattingly ha acceso il motore principale della cabina di comando alle 21,14 di ieri sera negli Stati Uniti, le 3,14 di oggi in Italia. L'Apollo 16 si trovava in quel momento dietro l'astro, quindi fuori dal cosiddetto campo di radiovisibilità di Houston. Per nove minuti, si è attesa con qualche apprensione la voce degli astronauti. Giovedì scorso, il motore non aveva funzionato, proprio mentre il modulo "Orion" si accingeva a scendere sulla superficie selenica, e s'era temuto che la missione fosse annullata.

La voce di Young è giunta all'improvviso alla radio, serena e allegra. "Avviamento perfetto. Il motore va che è un amore. Tutto a posto". "Bravi", ha commentato il Centro spaziale di Houston. "Adesso prendetela con calma, e riposate". "Ci è spiaciuto partire dalla Luna, ha ammesso Young, ma vi assicuro che torniamo a casa con piacere. Siamo stanchi e sporchi". Duke, loquace come al solito, ha aggiunto: "Non vediamo l'ora di non bere più aranciata. Affoghiamo nell'aranciata". Il medico degli astronauti, il dottor Berry, aveva imposto una dieta di potassio, contenuta in questa bevanda: i tre uomini non la sopportano più.

Come quasi tutti gli altri giorni, anche ieri s'è verificato un piccolo incidente. Gli astronauti dovevano staccare il modulo "Orion" dalla cabina "Casper", e scagliarlo sulla Luna, dove gli strumenti là lasciati avrebbero registrato gli effetti della scossa. Duke ha dimenticato però di chiudere un interruttore, e il computer non ha potuto azionare il motore di discesa. Il modulo si è perciò perso in orbita.

Il comandante Young ha affacciato qualche dubbio sulla natura delle pietre raccolte (110 chili in tutto) sulla superficie selenica. "Non credo che siano vulcaniche", ha dichiarato. Il Centro spaziale lo ha smentito: "Da quanto ci avete detto e abbiamo visto, pensiamo invece che siano proprio le pietre che cercavamo". Si tratterebbe di sassi vecchi oltre 4 milioni di anni. Uno scienziato Hank Hartsfield, ha spiegato: "A causa dei numerosi incidenti, abbiamo modificato il programma della missione a tal punto da confondere un poco gli astronauti".

Secondo Hartsfield, e secondo il geologo England, che tiene le comunicazioni radio con l'Apollo 16, il bottino della missione è il più prezioso della storia spaziale.   (Ennio Caretto)

2012/04/25

1972/04/25: La "passeggiata spaziale" di Thomas Mattingly tra la Luna e la Terra

Da diciotto ore John Young, Charles Duke e Thomas Mattingly hanno lasciato l'orbita lunare per intraprendere il viaggio di ritorno verso la Terra. Alle 21:33 ora italiana si apre il portello del Modulo di Comando "Casper": è l'ultimo spettacolare esperimento della missione Apollo 16, prima del rientro previsto per giovedì 27 aprile nell'Oceano Pacifico. 

Thomas Mattingly, protagonista di questo nuovo straordinario viaggio lunare, l'unico dei tre che non ha avuto il privilegio di poter camminare sul suolo selenico, ha il suo momento di gloria: esce dalla navicella ed effettua la seconda "passeggiata spaziale" della storia tra la Luna e la Terra, (la prima fu compiuta durante la missione Apollo 15 nel luglio scorso). 

Il nostro pianeta è ancora lontano, a 320.000 chilometri di distanza. Alle 21:34 ora italiana la telecamera posta da Duke al di fuori della navicella, inizia a trasmettere in diretta sugli schermi di tutto il mondo le immagini a colori dell'escursione all'esterno del pilota del Modulo di Comando. Scopo dell'uscita: il recupero delle pellicole fotografiche scattate durante le tante orbite lunari e sistemate nel vano della strumentazione scientifica del Modulo di Servizio. 

L'attività di Mattingly termina alle 22 e cinquantasette ora italiana, le 16:22 ora di Houston. A questo punto viene chiuso definitivamente il portellone di "Casper": non sarà più riaperto fino al momento successivo all'ammaraggio.

Una curiosità: durante l'attività extraveicolare, mentre Charlie Duke si sporgeva dal portello del Modulo di Comando per assisterlo, l'anello nuziale di Mattingly, smarrito all'interno della cabina alcuni giorni prima, ricomparve all'improvviso fluttuando fuori dal portello di "Orion", fortunatamente, con prontezza, Duke riuscì ad agguantarlo al volo prima che si perdesse nello spazio.

Thomas Mattingly durante l’attività extraveicolare. In primo piano e di spalle, Charlie Duke.

1972/04/25: La cronaca dell'addio alla Luna dei tre di Apollo 16 sul quotidiano "La Stampa"


La prima pagina (in alto) e la pagina 11 (qui sopra) dell'edizione del quotidiano "La Stampa" di martedì 25 aprile 1972 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

Dopo una esplorazione durata settantuno ore

L'Apollo torna verso Terra

con un bagaglio di primati

Raccolte pietre e polvere per 110 chilogrammi, l'automobile lunare ha sfiorato i 18 km orari, sono state scattate le fotografie più belle - Il distacco di "Orion" dalla superficie del Satellite è stato perfetto - L'aggancio con l'astronave-madre in lieve ritardo per una correzione di rotta

(Dal nostro corrispondente) New York, 24 aprile. Alle 21,14 di stasera, le 3,14 di domattina in Italia, l'"Apollo 16" lascia l'orbita lunare alla volta della Terra. La sua missione si è conclusa trionfalmente. L'astronave ritorna col più importante bottino geologico e astrofisico delle esplorazioni spaziali. Essa ha raccolto inoltre una massa di primati tecnici e umani. Scrive oggi il "New York Times", osservando che, dopo l'"Apollo 17" il prossimo dicembre, nessuno metterà più piede sulla Luna per anni: "E' ora che qualche statista prenda l'iniziativa, e proponga una collaborazione mondiale a lunga scadenza per la colonizzazione del satellite terrestre. Il programma Apollo ci ha svelato quanto esso può offrire all'umanità".

Quali risultati ha ottenuto l'Apollo 16? Vediamo anzitutto quelli scientifici. Tra le pietre raccolte da Young e da Duke ve ne sono alcune appartenenti alle prime eruzioni vulcaniche, oltre 4 milioni di anni fa. Altre provengono da "bombardamenti" di meteoriti in epoca molto più tarda. Ha dichiarato il geologo England del Centro spaziale di Houston: "Esse dovrebbero riassumerci la storia della Luna dalle colate di lava agli sconvolgimenti astrali successivi, e fornirci indicazioni sulla formazione dell'intero sistema solare. L'Apollo 16 ha anche scoperto l'esistenza di campi magnetici. Infine, il suo miniosservatorio, il primo sperimentato nello spazio, dovrebbe avere svelato il mistero delle "masse vuote" o buchi esistenti tra le galassie".

E i risultati tecnici e umani? L'Apollo 16 torna con un carico-record, 110 chili di pietre e di polvere, una pietra pesa ben 18 chili, è la più grossa mai "catturata". Inoltre, Young e Duke sono rimasti sulla superficie selenica 71 ore, hanno compiuto tre escursioni di complessive 20 ore e 14 minuti, di cui la più lunga di 7 ore e 23 minuti: tutti questi sono primati. La rover o automobile lunare ha raggiunto una velocità di 17 chilometri e mezzo all'ora, 4 in più di quella della rover dell'Apollo 15.

Tra i risultati dell'"Apollo 16" va ricordata anche la perizia con cui sono state superate le difficoltà più gravi. Giovedì scorso, quando il motore principale della cabina di comando "Casper" non si accese, si temette l'abbandono della missione. ma sei ore più tardi, era stato posto rimedio all'inconveniente, e stamane nell'aggancio in orbita con il modulo, il motore della cabina ha funzionato alla perfezione. Nelle missioni precedenti, si era notato un pericoloso aumento delle pulsazioni cardiache negli astronauti: una dieta di potassio ha consentito a Young e Duke di restare al di sotto dei 120 battiti al minuto, nonostante gli sforzi (una volta solo hanno toccato i 140).

Il successo dell'Apollo 16 è confermato dall'euforia con cui John Young e Charles Duke sull'astro, e Anthony England, che teneva le comunicazioni radio con loro da Houston, hanno commentato gli ultimi eventi della missione. Alle 16 di ieri, quando i due astronauti, dopo l'ultima "passeggiata", sono rientrati con riluttanza nel modulo "Orion", il geologo li ha complimentati: "Magnifico lavoro: ci consentirete un vero balzo innanzi nello studio della Luna". Il simpatico e loquace Duke ha risposto: "Grazie. Se sapeste come ci siamo divertiti e quanto ci dispiace andarcene". Young ha voluto salutare l'automobile: "Una splendida macchina, si è comportata in modo superbo". I due uomini hanno acceso il motore per il ritorno in orbita quasi con dispiacere. Ma Duke è tornato presto allegro: "Brucia, brucia bambino", ha gridato.

L'ascesa di "Orion" è stata spettacolare e perfetta. Esso si è alzato dalla superficie selenica alle 20, 25 di ieri (le 2,25 di stamane in Italia). Pochi minuti dopo era in orbita, e Duke annunciava: "Che corsa, ragazzi". A grande distanza, i due astronauti hanno intravisto la cabina di comando "Casper". Hanno incominciato ad avvicinarsi. L'aggancio è avvenuto con un certo ritardo, alle 22,35. "Mai puntuali", ha protestato scherzando Thomas Mattingly, il pilota che ha fama di pignolo. "Abbiamo dovuto eseguire alcune correzioni di rotta in extremis", ha risposto Young. "Come va adesso il motore principale?". "Come un'orologio", ha ribattuto Mattingly. Duke ha pronunciato una delle sue battute: "Siamo così sporchi di polvere -ha detto a Young - che Thomas non ci lascerà entrare nella cabina".

Per cambiare di posto e ripulirsi, Young e Duke hanno impiegato quasi quattro ore. I tre astronauti eccitati e stanchi, parlavano continuamente tra loro. Il Centro spaziale di Houston ha imposto loro di dormire verso le 3 di stamane, le 9 in Italia. Il risveglio è avvenuto otto ore più tardi. "Come state?", ha chiesto England alla radio. "Non siamo ancora in grado di ragionare", gli ha risposto Mattingly. Young e Duke sono rientrati nel modulo per il trasporto delle pietre e degli strumenti. Mattingly ha proseguito i suoi esperimenti: fotografie della Luna, studio delle reazioni dei microbi chiusi in una scatola speciale a bordo di "Casper". Alle 15,54, le 21,54 ora italiana, il modulo ormai vuoto, è stato scagliato sulla Luna dopo il distacco.  (Ennio Caretto)

A pagina 13 del quotidiano "La Stampa" di martedì 25 aprile, la rubrica "La tecnologia e la scienza" è dedicata principalmente ai risultati ottenuti nella missione lunare di Apollo 16 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2012/04/24

1972/04/24: Il rilascio del mini-satellite e l'addio alla Luna dei tre uomini di Apollo 16

Ventiquattro aprile: è primo pomeriggio a Houston, in Italia sono le 21:54. L'equipaggio di Apollo 16 , di nuovo riunito a bordo del Modulo di Comando "Casper", dopo aver trasferito il prezioso materiale raccolto nella regione di Cartesio e aver effettuato un breve periodo di riposo, compiono la manovra di distacco della parte superiore del Modulo Lunare "Orion", destinato a schiantarsi sulla superficie lunare. 

Alle 22:56 italiane, qualche ora prima di lasciare definitivamente la Luna con l'accensione del potente motore SPS del Modulo di Servizio, i tre astronauti rilasciano in orbita lunare un mini-satellite per la misurazione del campo magnetico e gravitazionale del Satellite naturale della Terra.

Nella raffigurazione artistica della NASA, il rilascio in orbita lunare del mini-satellite.

Alle 03:15 ora italiana, nel nostro paese è già martedì 25, a duecento ore e ventuno minuti dall'inizio del grande viaggio, al termine della sessantaquattresima orbita, mentre gli astronauti si trovano a sorvolare il lato a noi nascosto della Luna in silenzio radio, avviene l'accensione per circa tre minuti del motore principale del complesso Apollo. Al Centro di controllo di Houston si vivono momenti di tensione: l'SPS è il componente che ha dato seri grattacapi il giorno dell'allunaggio, rischiando di mandare a monte l'intera missione. 

La manovra si svolge in maniera impeccabile e Young, Mattingly e Duke lo confermano entusiasti una volta ripristinato il collegamento con la base. Le ultime foto, un ultimo saluto attraverso gli oblò della navicella alla Luna: i protagonisti di Apollo 16 sono di nuovo in viaggio, questa volta nella giusta traiettoria per il ritorno sul pianeta Terra.

Foto AP16-AS16-131-20163.

1972/04/24: Il resoconto della terza ed ultima EVA lunare di Young e Duke sul quotidiano "Stampa Sera"

 

La prima e la seconda pagina del quotidiano "Stampa Sera" di lunedì 24 aprile 1972 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).
Giovedì l'ammaraggio nel Pacifico

"Missione compiuta"
 Orion lascia la Luna

dal corrispondente New York, lunedì mattina. Il modulo "Orion" parte dalla Luna alle 2,26 italiane, col più prezioso bottino geologico della storia spaziale, con la probabile soluzione del mistero delle Galassie, e con una serie di prestigiosi primati. La telecamera montata sull'automobile (o "rover") trasmette a terra, per la prima volta, le immagini dell'accensione del motore e del "liftoff". Alle 4,17 il modulo si aggancia alla cabina di comando "Casper", pilotata da Mattingly, in orbita intorno alla Luna da giovedì. Il distacco dall'orbita e l'inizio del viaggio di ritorno dell'"Apollo 16" sono previsti per domani, alle 3,16 (ora italiana).
John Young, il comandante della missione, e il suo compagno, il colonnello Charles Duke, sono rientrati prima delle 22 di ieri dalla loro terza e ultima escursione selenica. Hanno controllato gli strumenti di bordo, dopo avere collocato al loro posto gli apparecchi di cui si sono serviti per i loro esperimenti all'aperto, e i sassi e la polvere presi sulla "montagna pietrosa" e nel cratere "Raggio del Nord".
Al centro di Houston v'è un po' di batticuore. Il motore principale della cabina ha denunciato giovedì un guasto agli stabilizzatori: c'è il timore che l'inconveniente si aggravi, e per questo il viaggio di ritorno è stato anticipato di quasi una giornata rispetto al programma originario.
Il bilancio dell'"Apollo 16", nonostante i numerosi contrattempi e il dramma di giovedì, quando pareva che la missione dovesse essere annullata, è assai più positivo dei precedenti. Tra le pietre e la polvere raccolti dagli astronauti, oltre 60 chili complessivi, vi sono formazioni cristalline bianche, risalenti a quattro milioni di anni fa, i cosiddetti "sassi della Genesi": esse dovrebbero svelare le origini della Luna e degli altri astri del sistema solare.
Young e Duke, inoltre, torneranno probabilmente con le prove della natura vulcanica del satellite terrestre. Il primo miniosservatorio astronomico, funzionante sulla lunghezza d'onda dei raggi ultravioletti, dovrebbe avere infine risolto il mistero dei cosiddetti "vuoti di massa" delle Galassie, che sono tenute insieme da formazioni non visibili da terra, forse immense nuvole di idrogeno. Il miniosservatorio è stato montato venerdì, ha scattato molte fotografie, ed è ora a bordo del modulo "Orion".
L'equipaggio dell'"Apollo 16" ha anche stabilito alcuni record. L'escursione selenica più lunga, 7 ore e 23 minuti, 11 in più di quella dell'equipaggio dell'"Apollo 15", l'anno scorso. La massima velocità in automobile: 17 chilometri e mezzo all'ora contro i 13 precedenti (il centro di Houston ha dovuto ordinare a Young di fermarsi, perché aveva lanciato la "Rover" a rotta di collo lungo una discesa). Il comandante è stato il primo uomo ad avvicinarsi due volte alla Luna: il suo debutto avvenne nel '69 con l'Apollo 10, che la circumnavigò. E non bisogna dimenticare gli esperimenti sulla cabina "Casper" con i microbi.
L'ultimo giorno del modulo "Orion" sulla Luna è stato spettacolare e avvincente. I due astronauti, ieri, hanno dovuto raggiungere il cratere "Raggio del Nord" senza l'aiuto del sistema navigazionale della "Rover" - che s'era rotto il giorno prima - e senza un parafango che li proteggesse dalla finissima polvere. Young, al volante, s'è dimostrato degno di un "Gran Premio", anche se ha causato qualche apprensione a Houston. 
Young e Duke sono andati a dormire sabato sera con riluttanza. Dopo 7 ore e 13 minuti minuti di escursione, volevano restare sulla superficie selenica un'altra ora, ma la Nasa ha concesso loro solo 10 minuti. Al rientro nel modulo, Duke ha protestato energicamente contro l'aranciata inserita nel suo casco protettivo (l'aranciata contiene potassio, un cardiotonificante). La cannuccia s'era contorta, finendogli in un orecchio, bagnandolo. Young, che non s'era accorto di essere ancora in contatto radio con Houston, gli ha fatto eco con inattesa violenza. Sembra che il potassio gli provochi alcuni inconvenienti. "Non mangerò mai più arance in vita mia" ha esclamato. Dei due, è stato però Young a riposare meglio: Duke ha avuto bisogno di un sonnifero, il terzo in tre notti.
Il risveglio, ieri, è stato rapido. Alle 16,35 (ora italiana) con quasi mezz'ora di anticipo sul previsto, Young e Duke sono scesi dall'"Orion". Saliti sull'automobile, hanno raggiunto il cratere "Raggio del Nord", a 6 chilometri di distanza, una formazione larga 300 metri e profonda quasi duecento. Il sole splendeva all'orizzonte, il panorama era stupendo. Pietre nere e bianche, talune di dimensioni enormi, si succedevano nel cratere, gli astronauti ne hanno raccolta una di oltre 8 chili.
Duke, lavorando, cantava "La canzone del ferroviere". Sì è interrotto con un'imprecazione quando ha constatato di non avere più pellicole per la macchina fotografica. Young ha avuto parole d'ammirazione per il cratere: "Accidenti che buca - ha detto - e che pietre. Qualcuna mi ricorda il basalto. Nessuno degli altri "Apollo" ne ha mai trovate". Young è stato costretto a frenare l'entusiasmo di Duke, in continuo pericolo di inciampare e cadere.
I due hanno superato i 17 chilometri orari con la "Rover", al ritorno. "Primato mondiale" ha urlato Duke allegramente. "Bravi, ma non provateci di nuovo" li ha ammoniti Houston. Soddisfatto del proprio lavoro, Young s'è persino rassegnato a bere ancora aranciata e potassio. La escursione è finita verso le 22 e, con rimpianto, gli astronauti si sono chiusi nel modulo. A terra, il dottor Berry, responsabile della loro salute, li ha definiti in eccellenti condizioni fisiche: "Molto meno stanchi degli uomini degli altri Apollo", e più sereni". L'aumento delle pulsazioni cardiache è stato modesto, il loro respiro sempre regolare.
Che accadrà ora alla Nasa? L'Apollo 16 scenderà nell'Oceano Pacifico giovedì sera, e ci vorranno alcune settimane prima che i risultati vengano valutati. L'ultimo Apollo, il 17, partirà a dicembre. Per l'anno venturo nessuna impresa lunare, solo stazioni scientifiche sperimentali in orbita intorno alla Terra, come fanno i sovietici con le "Soyuz". Dal 1974 in avanti, l'unica prospettiva concreta, peraltro difficilissima, è quella di una collaborazione Usa-Urss, ma per missioni orbitali. Si sono spesi 24 miliardi di dollari per l'intera serie degli Apollo: il futuro giustificherà la spesa?    (Ennio Caretto).

1972/04/24 02:25 IT (1972/04/23 20:25 HO): Accensione del motore di ascesa di "Orion": è il liftoff dalla Luna!

Al Centro di controllo di Houston nel Texas, le lancette degli orologi portati al polso dai tecnici seduti davanti alle consolle segnano le 20:06 di domenica 23; in Italia è piena notte, sono le 02:06 di lunedì 24. Una pallida Luna in fase crescente illumina il cielo del continente europeo. Lassù a 384.000 chilometri di distanza due uomini, John Young e Charles Duke, dopo una permanenza record di oltre settanta ore e dopo un bottino di oltre 90 chili tra rocce e polvere, si apprestano a lasciare la superficie che per tre intensi giorni li ha ospitati. Alle 02:09 italiane viene riaccesa la telecamera che era stata spenta poche ore prima al termine dell'ultima EVA. Si trova sulla "jeep" lunare posta a circa una novantina di metri dal punto in cui "Orion" ha poggiato le sue quattro zampe nella notte italiana del 21 aprile: ora è pronta per trasmettere in diretta le spettacolari immagini del decollo.

Alle 02:25, puntuale, l'accensione del motore di ascesa del Lem: GO! Via! "Orion" si divide a metà dalla rampa di appoggio innalzandosi sicuro nel nero cielo lunare, tra le "briciole" scintillanti dei frammenti di metallo che si staccano dalla potenza del lancio. I due astronauti danno l'addio alla regione di Cartesio, lasciandola nella sua immensa, millenaria, desolazione. Il pilota del Modulo Lunare Charlie Duke annuncia entusiasta: "Lift-Off! There we go!" ("Decollo! Partiamo!". La telecamera a bordo della Rover trasmette a milioni di spettatori sulla Terra l'emozionante momento del "liftoff" lunare.

La partenza dalla Luna di Young e Duke nella diretta TV.

L'ascesa è regolare, come comunicano gli astronauti alla base. Il motore di risalita di "Orion" rimane acceso poco più di sette minuti. Questo alla velocità di 1.698 metri al secondo immette la cabina del Lem in orbita lunare. Ora non resta per Young e Duke che prepararsi per il più importante "appuntamento" della missione: il "rendez-vous" e l'aggancio con il Modulo di Comando "Casper". dove li attende Thomas "Ken" Mattingly.

A 177 ore e otto minuti dall'inizio del grande viaggio le due astronavi sono ormai vicine. Alle 04:35 italiane, le 22:35 a Houston, il perfetto "docking". "Casper ha catturato Orion", annuncia felice Mattingly. I tre uomini di Apollo 16, protagonisti dell'ottava missione umana verso la Luna, sono di nuovo insieme.

Nella raffigurazione della NASA, l'avvicinamento del Modulo Lunare al Modulo di Comando dall'interno della cabina del Lem.

Ecco le fasi dell'avvicinamento di "Orion" a "Casper" nelle foto scattate da Mattingly:

Foto AP16-AS16-122-19530, scansione JSC.
Foto AP16-AS16-122-19533.
Foto AP16-AS16-122-19535.
Foto AP16-AS16-122-19537, scansione J.L. Pickering.

Nella raffigurazione della NASA, la parte superiore del Lem e il Modulo di Comando saldamente agganciate dopo il felice docking.

2012/04/23

1972/04/23 16:25 IT (10:25 HO): Inizia la terza ed ultima esplorazione nella regione di Cartesio per Young e Duke

Da 165 ore e trentuno minuti John Young, Thomas Mattingly e Charles Duke hanno lasciato il loro pianeta natale lanciati dal potentissimo razzo Saturn V verso la Luna. Sono le 16:25 italiane, le dieci e venticinque del mattino ora di Houston, di domenica 23 aprile, quando si apre per la terza volta, dal suo arrivo sulla superficie selenica, il portello del Modulo Lunare "Orion". Ha inizio per i due astronauti l'ultima esplorazione nella tormentata regione di Cartesio. Sarà un'attività più breve delle due precedenti, così è stato stabilito dai controllori di volo a Houston, ma non per questo meno fruttuosa.

Alle 16:34 italiane viene riaccesa la telecamera montata sul Rover: il panorama è quello diventato ormai familiare a chi segue da tre giorni sulla Terra, scienziati, tecnici o semplici spettatori, le bellissime immagini a colori inviate da quasi quattrocentomila chilometri di distanza a cui si aggiungono le entusiastiche impressioni dei due "lunauti" nel descrivere un luogo mai toccato prima da essere umano e le cui orme della loro presenza rimarranno impresse nei secoli.

Obiettivo dell'ultima escursione è l'esplorazione del grande cratere "North Ray", lontano quattro chilometri circa dal luogo dell'atterraggio di "Orion". Qui Young e Duke, giunti a bordo della Rover, come è avvenuto nelle precedenti due giornate di esplorazione, raccolgono campioni e scattano numerose fotografie panoramiche e stereografiche: ogni roccia prima di essere prelevata viene ben documentata, fotografandola prima in pieno Sole e successivamente con il Sole di lato, infine, viene fotografata la zona in cui è stata prelevata.

Visto l'accorciamento della terza sortita, i due saltano alcune zone in cui avrebbero dovuto fermarsi, le cosiddette "stazioni", e puntano direttamente a due grandi massi ribattezzati dai due uomini di Apollo 16 "Shadow Rock" e "House Rock". Da quest'ultimo, una roccia enorme grande quanto una casa, Young e Duke prelevano una ricca quantità di campioni scattando numerose foto. A terra i geologi che seguono in diretta l'evento si aspettano molto da questa nuova raccolta, anche se i due astronauti inizino a dubitare fortemente che la regione da loro esplorata in questi tre giorni abbia una sua origine vulcanica.

Dalla diretta TV della terza EVA lunare di Young e Duke l'esplorazione al grande masso "House Rock".
Foto AP16-AS16-116-18578, scansione JSC.
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Foto AP16-S72-38443, scansione J.L. Pickering.
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Foto AP16-AS16-117-18799, scansione JSC.
Foto AP16-AP16-117-18818, scansione JSC.

Alle 21:21 ora italiana, le 15:21 a Houston, i due astronauti a bordo del Lunar Rover, ritornano nei pressi del Modulo Lunare. Durante il tragitto in discesa che li ha riportati ai piedi di "Orion" hanno battuto il record di velocità per un'auto lunare: 17 chilometri orari! Dopo aver scaricato il nuovo ricco bottino di rocce e polvere selenica, il comandante di Apollo 16, guida per l'ultima volta l'auto a circa una novantina di metri dal Lem in modo che la telecamera installata a bordo e controllata da terra dal tecnico Ed Fendell possa riprendere per la seconda volta nella storia, il decollo della parte superiore del Lem, così come era avvenuto per la precedente missione Apollo 15.

Poco prima di risalire per l'ultima volta a bordo di "Orion", dopo aver caricato i campioni lunari raccolti in questa terza EVA ed alcuni esperimenti da riportare sulla Terra come le numerose fotografie all'ultravioletto scattate dall'osservatorio astronomico, Charlie Duke deposita al suolo una fotografia a colori che lo ritrae con la moglie e i due figli. Poi la fotografa con la Hasselblad che porta al petto immortalandola insieme alle tante altre scattate in questi tre giorni nella desolata e rocciosa regione di Cartesio.

La foto che ritrae Duke e famiglia lasciata sul suolo lunare dal pilota del Modulo Lunare. Foto AP16-AS16-117-18441, scansione JSC.

Sono trascorse 171 ore e undici minuti dall'inizio del volo, in Italia le lancette dell'orologio segnano le 22:05, il portello di "Orion" viene chiuso, non definitivamente però, verrà riaperto un'ora circa dopo per gettare sul suolo lunare tutto il materiale che non serve più, come zaini, caschi, soprascarpe e guanti, poi pressurizzata di nuovo la cabina John Young e Charlie Duke, nono e decimo uomo nella storia a calcare il suolo lunare, dopo aver consumato un breve pasto si prepareranno per l'ascesa verso l'orbita lunare dove li attende il compagno di questo straordinario viaggio Terra-Luna-Terra, Thomas Mattingly.