2012/04/28

1972/04/28: La cronaca del ritorno sulla Terra dei tre astronauti di Apollo 16 su "La Stampa"


La prima e la tredicesima pagina del quotidiano "La Stampa" di venerdì 28 aprile 1972 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

Conclusa la quinta missione lunare

Perfetta la discesa nell'Oceano Pacifico

della capsula Apollo con i tre astronauti

La navicella "Casper" è calata in mare nel punto previsto, a un miglio dalla portaelicotteri "Ticonderoga" - Si è rovesciata su un fianco, ed è stata raddrizzata con le sacche gonfiabili - Mattingly, Duke e Young in ottime condizioni

(Dal nostro corrispondente) New York, 27 aprile. Con incredibile puntualità e precisione, l'Apollo 16 è oggi ammarato nell'Oceano Pacifico alle 14,44, le ore 20,44 in Italia, a 1500 metri dalla portaelicotteri Ticonderoga. Cullata dai tre grandi paracadute color bianco e arancione, la cabina di comando "Casper", con Young, Duke e Mattingly a bordo, è scesa tra le onde con un colossale spruzzo. Colta al fianco dal pur placido mare si è rovesciata: ma nel giro di due o tre minuti, i sommozzatori che già si trovavano nei paraggi l'hanno raddrizzata. "Tutto a posto, splendido" ha gridato allegramente Young. 
Si è così felicemente conclusa una delle più eccitanti e forse la più utile delle missioni spaziali americane. I tre astronauti rimarranno due giorni a bordo delle Ticonderoga, diretta alle Hawaii, a 2500 chilometri circa a sud. Il loro prezioso carico di pietre lunari e strumenti scientifici sarà invece trasportato subito in aereo al centro di Houston nel Texas. Le condizioni fisiche e mentali di Young, Duke e Mattingly sono eccellenti, e a Houston si ripongono grandi speranze sul loro "bottino". Il presidente Nixon si è già congratulato telefonicamente con i tre uomini.
Il ritorno dell'Apollo 16 a terra è stato emozionante come sempre. Alle 14,15, all'approssimarsi agli strati superiori dell'atmosfera, Mattingly ha sganciato il modulo di servizio dalla cabina di comando. Alle 14,31, mentre il modulo si perdeva nello spazio, la cabina infilava a 40 mila chilometri all'ora un ristretto "corridoio" dall'inclinazione di 8,8-6,5 gradi. "Apollo 16 sta ora passando attraverso l'atmosfera", ha annunciato il centro di Houston. "La discesa è incominciata ad un'altezza di 130 chilometri". "Magnifico, arriviamo", ha avvertito Duke.
A quel punto, a causa della frizione e del calore terribile, che ha trasformato l'astronave in una palla di fuoco, i contatti radio si sono interrotti. Tre minuti e trenta secondi più tardi, i radar della Ticonderoga hanno "trovato" la cabina. "Lo schermo elettrico ci impedisce di comunicare via radio, ha detto Houston, ma seguiamo ugualmente la discesa". A poco a poco, la velocità dell'Apollo 16, giunto ormai in basso, si è ridotta a 35 chilometri orari per l'azione frenante dei paracadute. Sbucata d'improvviso tra le nuvole, la navicella ha toccato l'acqua senza danni.
Sull'Oceano Pacifico, le condizioni meteorologiche erano perfette. Poco vento, caldo, onde di circa un metro. Nel cielo volteggiavano quattro elicotteri e due aerei. I sommozzatori erano pronti con i canotti pneumatici. "Ci sentite?" ha chiesto Houston alla radio. "Benissimo", ha risposto Young. Aperto il portello, i tre astronauti si sono affacciati sul mare, socchiudendo gli occhi alla luce abbagliante, un po' incerti sulle gambe. Un elicottero li ha presi a bordo e trasferiti sulla Ticonderoga, tra gli applausi di 1500 marinai schierati sulla tolda.
Stretta la mano al comandante, salutato l'equipaggio, scambiate poche parole con i giornalisti e i teleoperatori, Young, Duke e Mattingly sono scesi sotto coperta. I medici li hanno esaminati per due ore circa: il cuore sembra aver sopportato egregiamente gli sforzi, non c'è stata perdita del senso d'equilibrio. Un bel bagno e una lauta cena, con bistecca ma niente alcolici, hanno premiato i tre avventurosi. Per due giorni, essi dormiranno soltanto e discuteranno con i medici le loro reazioni alla permanenza record di 71 ore sulla Luna, e di undici giorni nello spazio.
Al centro spaziale di Houston, l'arrivo degli astronauti è atteso con ansia per domenica. Gli scienziati hanno definito la loro impresa "magnifica" e manifestato l'opinione che consentirà "un vero balzo in avanti nella conoscenza della Luna e del sistema solare". Young e Duke hanno compiuto tre escursioni di complessive 20 ore e 14 minuti sulla superficie selenica e raccolto 110 chili di pietre e di polvere, si tratta di primati. Hanno inoltre condotto esperimenti con un miniosservatorio per le galassie e con stazioni scientifiche a batteria atomica.
Le ultime ore di volo dell'Apollo 16 non sono state turbate da nessun incidente. Sia ieri sera sia stamane una "luce spia" s'è accesa a bordo dell'astronave, e per un attimo s'è temuto un guasto o al sistema di navigazione o al motore principale, gli stessi che erano risultati leggermente difettosi la settimana scorsa. Ma nel primo caso s'è trattato di una misteriosa quanto fugace interferenza elettrica nel computer, e nel secondo di una sbadataggine di Duke, che ha urtato un interruttore. "Non sta mai fermo", ha detto ridendo del loquace e irrequieto compagno il comandante Young.
L'unica attività degna di nota in questa fase conclusiva del viaggio è stata la discussione intrecciata dai tre astronauti coi geologi del centro spaziale di Houston e coi giornalisti sul "bottino" di pietre fatto sulla Luna. "Quelle pietre sono uniche - ha dichiarato Young - e dimostreranno che Descartes aveva ragione". su cui gli astronauti sono sbarcati deve il nome al filosofo e matematico francese, ed è di origine vulcanica. Mattingly, che era rimasto in orbita sulla cabina di comando, ha detto di avere visto strati di lava simili a quelli esistenti nelle Hawaii.
I tre astronauti hanno ammesso che la settimana scorsa, quando il motore principale non si accese, pensarono di dovere abbandonare la missione. "Il successo della nostra impresa - ha commentato Young - dimostra quanto siano necessari i doppi comandi sulle astronavi". Gli astronauti hanno espresso la speranza che la loro esplorazione si riveli effettivamente la più importante del programma Apollo dal punto di vista scientifico. "Il nostro unico rammarico è che dopo il prossimo volo la conquista della Luna non avrà seguito per qualche anno".
Young, Duke e Mattingly si sono addormentati ieri sera presto e hanno goduto del sonno più lungo e ristoratore del loro viaggio. Stamane si sono svegliati a ora tarda, e hanno chiesto notizie delle famiglie. Da Houston, il collega Tony England ha comunicato loro che si stavano preparando grandi festeggiamenti.  (Ennio Caretto)